Il peggior nemico della democrazia è l’abitudine

DAVIDE SABATINO IN DIALOGO CON PASQUALE DE SENA

Da L’Indispensabile – movimento rivoluzionario

“Il peggior nemico della democrazia è l’abitudine.

Il nostro sistema giuridico ha una storia ben precisa, delle tappe ben precise e un’armonia ben precisa, frutto di lotte e di conquiste secolari. Ogni passo in dietro, rispetto all’acquisizione di quelli che vengono chiamati “diritti fondamentali”, è una ferita nella pancia del nostro sistema di convivenza civile che difficilmente può rimarginarsi in un breve lasso di tempo. Se da una parte ci vuole poco per abituarci a un sistema fatto di restrizioni e di regole che limitano la nostra possibilità di vivere tranquillamente, viceversa ci vorrà molto tempo prima che si possa riaffermare quello che i nostri genitori davano per raggiunto e inamovibile.

Per questo motivo il Professore ordinario di diritto internazionale, Pasquale De Sena, si mostra molto preoccupato delle gravi violazioni avvenute in questi ultimi due anni nel nostro Paese. “Le libertà costituzionali che sono andate sotto compressione – dice infatti De Sena – non sono più percepite come dei valori fondanti la nostra convivenza, ma come delle variabili dipendenti dalle condizioni di insicurezza che si possono verificare”. “Queste condizioni di insicurezza – continua De Sena – possono derivare tanto da fenomeni di carattere sanitario tanto da fenomeni di altro genere”, creando uno stato di democrazia a intermittenza che non è assolutamente accettabile.

Le ultime vicende legate alla gestione dell’emergenza Ucraina ci fanno vedere come la fragilità delle nostre istituzioni passa innanzitutto da una crisi profonda della visione politica (interna ed esterna) intesa come spinta ideale e orientativa dei destini delle comunità. “Le élite occidentali – sostiene De Sena – sono completamente prive di cose da dire” e perciò non riescono a condurre i popoli verso una dimensione positiva, che non sia schiacciata sull’emergenza e sulla fuoriuscita di elementi deliranti e paranoici. Ed è proprio su questo punto che il nostro lavoro di Movimento rivoluzionario cerca di agire, favorendo la rianimazione di un pensiero politico che funga da possibile propellente per un cambiamento radicale del nostro sistema sociale.

Davide Sabatino

13 aprile 2022

Fine della guerra come metafora mentre nelle scuole sembra di essere gli “ultimi giapponesi”

Di Lorenzo Morri, insegnante

Presidio primaverile per una Scuola a scuola – Liceo Leonardo da Vinci – Casalecchio di Reno (BO)

Peter Doshi, editor del prestigioso “British Medical Journal”, a dicembre scrisse che la fine della pandemia non sarebbe stata annunciata in televisione. Infatti, a terminare compiutamente in un tempo definito non possono essere i fenomeni biologici in sé stessi, ma solo quelli psicologici della paura e dell’attenzione collettiva ad essi correlati. Prima o poi si presenta un nuovo evento catalizzatore, che riattiva in altra direzione le emozioni social-mediatizzate in via di esaurimento perché troppo a lungo e intensamente convogliate verso un precedente evento catalizzatore, ormai divenuto vecchio.

I carri armati russi e le città in macerie dell’Ucraina hanno accelerato la fine della pandemia.

Ma che cosa ci stanno insegnando i missili che sibilano e i milioni di persone in fuga?

1) Che la guerra, vera, è quella che gli uomini decidono di muovere contro altri uomini e che è stato fuorviante parlare per due anni, ogni giorno e ad ogni ora, di “guerra al Covid”, secondo una metafora incongrua, che ha avuto l’unico effetto di accendere un conflitto civile strisciante tra pro-vax e no-vax.

2) Che, quando nel marzo del 2020, in poche settimane, i morti per il contagio a Milano uguagliarono in numero quelli dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale e la stampa ne riferì come indice di catastrofe, si trattava di un errore di prospettiva. Le vittime di un agente patogeno, che colpisce in aggiunta o in concorso con tante altre cause di decesso, non si contano sulla stessa scala delle vittime delle bombe. In una guerra vera ogni corpo esanime, sia bambino sia anziano, è un corpo la cui vita si è deciso di distruggere – un corpo alla cui vita, naturalmente esposta a innumerevoli pericoli che non possono non esserci, si è arbitrariamente deciso di aggiungerne un altro, che poteva non esserci.

3) Che il confronto con una guerra vera (quella dei nostri nonni e bisnonni), servito spesso agli adulti per minimizzare il senso di privazione vissuto dai giovani durante questi anni di confinamento e chiusure scolastiche e sportive, era sbagliato in radice. Perché anche la “guerra al Covid”, una guerra come metafora, è stata condotta tuttavia con mezzi così violenti da produrre costrizioni e sofferenze pienamente reali.

Il problema è che in ogni guerra, vera o metaforica, c’è qualcuno che per ignoranza o impazzimento continua a combattere anche fuori tempo, come quei giapponesi sperduti nelle isole del Pacifico che si ostinavano a resistere a dispetto della resa.

Ecco, in Italia, dove si stanno spegnendo i fuochi della guerra come metafora, ma nelle scuole persistono sfilze di divieti e dal 1 maggio studenti e insegnanti saranno gli unici cittadini obbligati a indossare le mascherine al chiuso, sembra di essere gli “ultimi giapponesi” di una vicenda ovunque pressoché conclusa per il dileguare delle forze di attenzione e di paura, mentre i fuochi della guerra vera infuriano tremendi accanto a noi.

Grazie a I blog del Fatto Quotidiano per l’accoglienza:

https://www.ilfattoquotidiano.it/…/i-tank…/6551740/

10 aprile 2022

Vittorie e sconfitte

di Luciana Apicella

Nell’arco di 24 ore accadono due fatti di un certo rilievo:

l’OMS dichiara terminata la fase acuta – dunque emergenziale – della pandemia;

il Parlamento tedesco vota contro l’obbligo vaccinale per gli over 60, versione “ammorbidita” rispetto alla precedente proposta per gli over 50: un insuccesso che viene riportato come la prima grande sconfitta del cancelliere Scholtz dall’inizio del suo mandato.

Già l’Austria aveva fatto lo scorso 9 marzo un passo indietro rispetto all’obbligo vaccinale per tutti gli over 18 che sarebbe dovuto scattare a metà marzo, ritenendo la legge non più necessaria con Omicron, e rimandando la questione a una successiva “valutazione di una commissione di esperti” a metà giugno.

In Italia sono partite ieri 600mila su 2 milioni di lettere per i “no vax” over 50 renitenti.

Una sanzione di100 euro per chi, entro il 15 giugno, non sia vaccinato oppure abbia eseguito soltanto la prima dose o la seconda senza il richiamo nei termini previsti.

Dei 2 milioni di renitenti, circa 800mila hanno contratto il Covid: spetterà a loro, con una procedure pare non semplice, comunicare alle Asl il proprio status di guarigione entro 10 giorni dal ricevimento della comunicazione, quindi comunicare all’Agenzia delle Entrate di aver comunicato con l’Asl, e di lì attendere il proprio destino. Immaginiamo che molti pagheranno 100 euro per evitare i gorghi della burocrazia, consentendo un incasso da parte dello Stato di 200 milioni di euro circa.

Fonti:

https://www.ilpost.it/…/germania-obbligo-vaccinale…/?

https://www.rainews.it/…/covid-laustria-sospende-la…

https://www.ilsole24ore.com/…/pronte-multe-2-milioni-no…

8 aprile 2022

Digiuno e r-esistenza per il ripristino dei diritti contro ogni discriminazione

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

COMUNICATO STAMPA – 5 aprile 2022

Un’altra fame: Digiuno e r-esistenza per il ripristino dei diritti contro ogni discriminazione

MANIFESTAZIONE

Sabato 9 aprile, dalle 17 alle 19

Roma, Largo di Torre Argentina

Diretta sulla pagina Facebook “Un’altra fame” https://www.facebook.com/altrafame/

Il 31 marzo 2022 è terminato lo stato di emergenza, durato ventisette mesi e occorso ad affrontare con misure straordinarie le contingenze pandemiche. Con il Decreto Legge n. 24, del 24 marzo 2022, il Governo italiano ha dato inizio a un processo di revisione della normativa emergenziale, apparentemente per dare inizio al superamento delle limitazioni delle libertà personali, ma al fine annunciato di costruire una struttura permanente di preparazione e reazione antipandemica.[1]

Da una parte si programma l’accantonamento dei dispositivi green pass base e green pass

rafforzato, dall’altra se ne elogiano i successi e si rimane disponibili a giustificarne l’utilizzo.

Termina formalmente nel nostro Paese l’emergenza sanitaria; proseguono e si aggravano le crisi dello Stato di diritto, della società e delle esistenze individuali.

Dal primo aprile mezzo milione di adolescenti, a cui è stato negato lo sport per 4 mesi, continuano a non poter praticare attività fisiche e agonistiche al chiuso, con grave danno per la salute del corpo, per il benessere psichico, per la socialità, l’autostima, l’inclusione, la continuità di percorsi formativi portati avanti con passione e fiducia per anni.

Dal primo aprile centinaia di migliaia di sanitari, medici, infermieri, e anche educatori, continuano a essere sospesi dall’ordine professionale e dal lavoro – trovandosi privati in molti casi dell’unica fonte di sostentamento.

Dal primo aprile i docenti sospesi sono stati riammessi a scuola, ma solo per subire la punizione aggiuntiva del demansionamento e vedersi negata l’essenza stessa della propria professione: la relazione con gli studenti.

Dal primo aprile l’accesso a mezzi e locali pubblici, a molti contesti della vita sociale, è rimasto subordinato alla capacità di ognuno di “dimostrare” (nominalmente e non sostanzialmente, peraltro, come è ampiamente dimostrato) una certa condizione del proprio organismo – come se si fosse anzitutto corpi, e poi cittadini portatori di diritti ed esseri umani intrinsecamente degni.

Dal primo aprile, e per i prossimi mesi, come fin dall’inizio dell’emergenza, la scuola è destinata a essere il contesto contrassegnato dalle restrizioni più dure, sproporzionate e dannose, con il persistere di misure antisociali e dell’obbligo di mascherina: una disposizione, quest’ultima, che secondo le massime autorità sanitarie mondiali può avere conseguenze negative sulla socialità, sulla capacità di espressione, sulla relazione paideutica, sulla didattica.

Ciò che è più grave e sconcertante è che dal primo aprile tutto questo sembra essere diventato più accettabile, tollerabile perfino in regime di ordinaria amministrazione. Quanto è annunciato come il ritorno alla normalità sembra piuttosto una normalizzazione di paradigmi politici aberranti e una validazione definitiva dell’eredità della gestione del covid: un lascito destinato a “disciogliersi” nella prassi politico-amministrativa ordinaria e nell’immaginario collettivo, fino a diventare invisibile, pur continuando ad agire e a condizionare la vita del Paese e delle persone.

Turbati e convinti della necessità di un ripensamento collettivo intorno alle politiche pandemiche, già nei mesi scorsi ci siamo attivati, manifestando il nostro dissenso attraverso periodi di sciopero della fame e contributi vari al dibattito pubblico.

Con la stessa mitezza e la medesima determinazione che ci hanno indotti a scegliere un pacifico e radicale coinvolgimento delle nostre persone, sabato 9 aprile saremo a Roma, in Largo di Torre Argentina, a partire dalle ore 17,

• per testimoniare le nostre profonde convinzioni;

• per esprimere solidarietà alle persone che sono state discriminate per mesi, e a quelle che ancora oggi lo sono, e continueranno a esserlo;

• per auto-determinarci come oppositori nonviolenti a politiche irricevibili;

• per portare in piazza semi di un linguaggio civile diverso e alternativo a quello dell’odio, del

disprezzo e dello scontro, che per un tempo troppo lungo è stato il solo modo possibile di

confrontarsi pubblicamente;

• per immaginare un futuro condiviso e condivisibile ma non unanime, comune ma plurale e liberale: il futuro di un Paese che possa dirsi davvero “unito” – e non unito a parole eccetto qualche milione di persone che non sono nemmeno percepite come tali;

• perché siamo molto diversi tra noi, sul piano politico, culturale, professionale, spirituale,

delle scelte concrete; e abbiamo scoperto che queste diversità non ci separano, ma ci nutrono, ci arricchiscono e ci uniscono. Questo è un altro messaggio che vogliamo testimoniare.

Interverranno:

Licia Coppo, Ivan Crico, Carlo Cuppini, Simonetta Ferri, Gabriella Massa, Enrico Macioci, Luigi Magli, Fabrizio Masucci, Romina Piccolo, Stefano Pietrinferni, Saverio Mauro Tassi (in collegamento), Pieralberto Valli, Valentina Vico.

Alla ricerca del dialogo con ogni possibile interlocutore, invitiamo cittadine e cittadini, esponenti di forze e movimenti politici, rappresentanti di istituzioni e garanti, operatori di media nazionali e internazionali, a venire a incontrarci.

Occhi negli occhi, a viso aperto, con desiderio di confronto reale e di una ritrovata prossimità

dopo tanto incolmabile distanziamento: è con questa attitudine che vogliamo condividere

riflessioni, preoccupazioni, sofferenza, speranza e consapevolezza sullo stato della democrazia, sul destino del tessuto sociale, sulla salute dei più giovani, sulla persistenza di paradigmi politici e culturali che rappresentano l’eredità del covid e devono essere compresi in tutte le loro implicazioni, sul bene comune.

Come già fatto a metà febbraio al momento di iniziare lo sciopero della fame, chiediamo a

Governo e Parlamento di rimuovere immediatamente, permanentemente e in via di principio, ogni forma di green pass, e con questo ogni forma di discriminazione tra cittadine e cittadini.

[1] Cfr. conferenza stampa del Presidente Draghi e del Ministro Speranza del 17 marzo 2022: < https://www.youtube.com/watch?v=Qk7VUd7jbrY >, minuto 26:28.

Comitato spontaneo “Un’altra fame”

Aggiornamenti e documenti sulla pagina Facebook Un’altra fame:

https://www.facebook.com/altrafame/

Per contatti:

unaltrafame@gmail.com

Carlo Cuppini carlocuppini@gmail.com

Licia Coppo licia.coppo@gmail.com

7 aprile 2022

COVID-19 e vaccini anti-COVID-19 nei minori

di Silvano Vignati, biostatistico, Emanuele Bonanni, imprenditore, Maurizio Rainisio, biostatistico, Sara Gandini, epidemiologa/biostatistica

I vaccini anti COVID-19 si sono dimostrati efficaci armi per contrastare la malattia grave. Questo, tuttavia, non deve far dimenticare il tema della loro sicurezza, soprattutto se le campagne vaccinali sono rivolte ai più giovani che hanno un rischio molto basso di gravi conseguenze (1). Anche se tra i quasi 6 milioni di ragazzi italiani di 5-15 anni, il 15% per anno, si è infettato, meno di 500 per milione per anno (0,05%) sono stati ricoverati, poco più di 100 per milione sono (0,01%) i ricoverati in Terapia Intensiva (TI) e circa 2 per milione (0,0002%) sono deceduti. Sappiamo che in Italia i deceduti avevano in media 4 patologie concomitanti e il 91% nella fascia 16-59 anni presentavano almeno una patologia.

Con un modello multivariato abbiamo analizzato 650 mila casi positivi a Sars-cov2 (2) estraendo i dati pubblici statunitensi (CDC), e abbiamo confermato la maggiore probabilità di decesso per Covid-19 dei ragazzi più fragili (oltre 8 volte rispetto a chi non ha comorbidità). Un altro studio pubblicato recentemente (3) ha mostrato che le frequenze relative di ospedalizzazione e TI per COVID-19 per soggetti giovani e sani sono sovrapponibili a quelle per influenza e i rischi incrementano significativamente con la presenza di altre patologie, condizione sociale svantaggiata, origine etnica (non caucasica) ed anche per sesso (maschi più a rischio).

È necessario ragionare in termini di rischi-benefici, tenuto conto che i rischi legati alla malattia COVID-19 dipendono anche dalla probabilità di contrarre l’infezione, come abbiamo visto circa 15% in un anno, mentre quelli riferiti ai vaccini si applicano a tutta la popolazione che per scelta o per obbligo viene sottoposta a vaccinazione.

Per stimare le reazioni avverse da vaccino, che sono basate su segnalazioni volontarie effettuate senza garanzia che tutti i potenziali eventi avversi siano segnalati (farmacovigilanza passiva) e senza uniformità delle informazioni, bisogna tenere in conto che i dati di pubblico dominio (2) forniti dalle agenzie governative o sovranazionali presentano una scarsa omogeneità e attendibilità. Gli operatori sanitari segnalanti dovrebbero avvalersi del protocollo AEFI (Adverse Events Following Immunization), che aiuta a classificare per rilevanza le potenziali reazioni avverse, ma tale strumento non è sempre utilizzato, tanto che AIFA nel “Rapporto sulla Sorveglianza dei vaccini COVID-19 n.8 2021”, indica che dei 555 casi segnalati in Italia, solo 396 erano stati valutati con AEFI. La stessa agenzia riporta nel “Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 27/12/2020 – 26/12/2021” che i casi di decesso “correlabili” al vaccino sono 22, per buona parte riferiti a soggetti anziani con un quadro clinico compromesso.

Tenendo conto di queste limitazioni, a partire dai dati pubblici sui giovani europei tra i 10 a 19 anni (articolo non ancora sottomesso a revisione tra pari), da inizio pandemia sino al luglio 2021 abbiamo stimato 1,5, decessi 4,8 TI e 82,3 ospedalizzazioni per reazioni avverse in seguito a vaccino per milione di dosi (oltre 5 milioni di somministrazioni) mentre gli eventi attribuiti a COViD-19, tra i casi diagnosticati come positivi alla malattia, sono stati rispettivamente 1,8 decessi, 7,9 TI e 237,6 ospedalizzazioni. Per le miocarditi si è potuto stimare il rischio in seguito a vaccino, pari a 28,7 per milione di vaccinazioni complete. I casi di miocardite attribuiti al vaccino Pfizer-BionTech sono 31 per milione in media, maggiori nei maschi (53) rispetto alle femmine (10), mentre 12 casi per milione, tutti maschi, sono da attribuire a Moderna.

Tutti gli studi di popolazione esprimono incidenze di evento avverso doppie o triple rispetto alle stesse grandezze stimate a partire dai dati pubblici, suggerendo grande prudenza nel loro utilizzo per studi epidemiologici.

In conclusione “Moderna” si conferma inadeguato per la popolazione più giovane, a causa del rischio più elevato di miocardite, che anche se risolta potrebbe generare un danno permanente tessutale e può richiedere follow-up pluriannuale. È per questa ragione che in diversi paesi non viene consigliato sotto i 30 anni. Nonostante questo in Italia nella settimana 13-19 marzo 2022 il vaccino Moderna ha costituito ancora il 26,8% dei vaccini somministrati a giovani di 12-39 anni (dati forniti dal Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19).

I risultati esposti fanno riferimento a contesti epidemici di singole nazioni dominati dal ceppo originario del virus e dalla variante delta. L’insorgere di nuove varianti necessita di continui aggiornamenti.

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Riferimenti bibliografici e delle fonti:

1) Deaths from COVID ‘incredibly rare’ among children. Studies find that overall risk of death or severe disease from COVID-19 is very low in kids. Heidi Ledford, 2021

(2) Reazioni avverse Europa forniti dal’EMA attraverso il sistema Eudra Vigilance sono disponibili all’indirizzo https://www.adrreports.eu/it/index.html.

Dati vaccinali europei sono consultabili a:https://www.ecdc.europa.eu/en

Dati epidemici Europei COVID: (https://covid19-surveillance-report.ecdc.europa.eu/…) forniti da ECDC.

Dati epidemici Usa: https://www.cdc.gov/

(3) J.L. Ward et. al.: Risk factors for PICU admission and death among children and young people hospitalized with COVID-19 and PIMS-TS in England during the first pandemic year, Nature Medicine 20/12/2021.

(4) D. Mevorach et al., Myocarditis after BNT162b2 mRNA Vaccine against COVID-19 in Israel, The new england journal of medicine, 2021.

(5) Husby A. et al, SARS-CoV-2 vaccination and myocarditis or myopericarditis: population based cohort study, BMJ 2022

Grazie a I blog del Fatto Quotidiano per l’ospitalità

https://www.ilfattoquotidiano.it/…/i-vaccini…/6542091/

3 aprile 2022

Le stanze vuote (libro di poesie)

Di Luisa Trimarchi

Mirando

Ubriaca di stelle

che non cadono

– sempre attaccate al

cielo – come io nella

terra – riversa – miro

all’ebbrezza – indomita –

ancora viva – sebbene

già morta.

settembre 2020

Le stanze vuote

Restano vuote le mie stanze

con i superstiti che parlano

– i ricordi che si arrestano –

tacciono d’un tratto – è tutto

vuoto – gridano le voci –

è follia – dice – la testa piena.

È solo il vuoto – triste vuoto –

dice la voce di colei che sa.

novembre 2020

Dalla finestra

Luci nella nebbia – spenta –

si assottigliano i contorni –

vivi nel nulla del silenzio

e tracci strade nella solitudine

non più nera – ma grigia.

Come i colori sbiaditi usurati

dall’attimo dopo attimo –

dallo sgorgare che poi

si arresta – fino a spegnersi –

infine.

novembre 2020

Congedo

Annegare

nel mare

del male

gennaio 2021

1 aprile 2022

‘Wargasms: Orgasmi di guerra’, il linguaggio bellico per descrivere la pandemia: il nuovo libro di Francesca Capelli

Di Remo Bassini, giornalista e scrittore

Le bare di Bergamo, i selfie che inondarono i social e i giornali delle prime vaccinazioni e il linguaggio bellico: guerra al virus, in trincea contro il virus… Francesca Capelli, sociologa, giornalista e scrittrice nata a Bologna, ha osservato la pandemia – e soprattutto il “linguaggio della pandemia” – dall’Argentina dove vive insegnando. E Giulio Milani, editore della (piccola, ma gloriosa e combattiva) casa editrice Transeuropa di Massa Carrara, leggendo le osservazioni – sempre acute, spesso intrise di umorismo – della Capelli sulla sua pagina Facebook le ha chiesto di scriverci un libro. Che è approdato in libreria: Wargasms – Orgasmi di guerra.

Ecco un breve estratto dalla prime pagine:

“Siamo in guerra”. Fin da marzo 2020 la comunicazione sulla pandemia si è basata sulla metafora bellica… Nei titoli di giornale delle settimane del primo lockdown le parole ricorrenti erano guerra, combattere, eroi, ma soprattutto trincea. “In trincea contro il virus, ecco gli eroi silenziosi che combattono contro il contagio e la paura” (Secolo XIX, 6 marzo 2020); “Negli ospedali siamo in guerra” (Corsera, 9 marzo); “Coronavirus, rianimatori in trincea: ‘Se va avanti così sarà di difficile curare tutti’” (La Stampa, 21 marzo); “Medici disarmati in trincea, così diffondiamo il virus” (La Stampa, 22 marzo); “Lo specializzando: in trincea contro il virus per aiutare la mia città” (La Repubblica, 22 marzo); “Brescia in trincea contro il virus, aperto un nuovo reparto da 180 posti” (Tg la7, 4 aprile); “Coronavirus, farmacisti in trincea: ‘Anche noi esausti ma non possiamo abbassare la guardia’” (La Stampa, 6 aprile); “Gli specializzandi in trincea contro il virus: ‘Non chiamateci eroi, la paura diventa coraggio e amore’” (Cesena Today, 24 aprile); “Due mesi in trincea contro il virus” (Il Giorno, 6 maggio); “Io, medico e mamma nella doppia trincea contro il Covid” (Corsera, 13 maggio); “Miriam, per tre mesi in trincea contro il virus” (Il Centro, 1 giugno).

“Questo libro – spiega Francesca Capelli – è il risultato di due anni di lavoro, anche se non pensavo di raccogliere le mie osservazioni in modo sistematico. Poi Giulio Milani, editore di Transeuropa, mi ha chiesto di farne un libro. È stato allora che mi sono accorta che il libro, di fatto, era già scritto in una traiettoria che inizia, simbolicamente, con le ormai famigerate bare di Bergamo e trova la sua continuità – a livello di apparato comunicativo – nella guerra in Ucraina. Stesso linguaggio, stessa polarizzazione, stesso apparato metaforico e retorico, stesso uso strumentale della paura per installare un regime morale basato sul sacrificio, stessa produzione di dispositivi disciplinatori ai fini di trasformare i diritti in concessioni da usare per premiare o punire i cittadini”.

Francesca Capelli è nata a Bologna. È giornalista professionista e dal 1994 lavora (prima a tempo pieno, ora nel tempo libero) per varie testate nazionali. Ed è docente di italiano e lingua straniera con diploma Ditals II (Università di Siena). Dal 2012 vive a Buenos Aires dove ha studiato al master di Comunicazione. È autrice di alcuni libri per ragazzi: “Veruska non vuole fare la modella (San Paolo), L’estate che uno diventa grande (Sinnos), Il grande cane nella città fantasma (Príncipi&Princìpi), Il cacciatore d’aria e Il lettore di pensieri (Raffaello).

Durante la pandemia ha condiviso le battaglie dell’epidemiologa Sara Gandini contro la didattica a distanza; poi, con altri (medici, giuristi, giornalisti eccetera) è entrata a far parte del gruppo Goccia a Goccia (e relativo blog gocciaagoccia.net) fondato dalla stessa Gandini. E sul blog della Gandini, proprio qui, sul Fatto, la Capelli ha co-firmato diversi articoli.

https://www.ilfattoquotidiano.it/…/wargasms…/6540954/

30 marzo 2022

Maschere e mascherine

Di Martina Leonardi, educatrice di Rete Nazionale Scuola in Presenza

Giovedì 24 marzo è uscito in Gazzetta Ufficiale il tanto atteso decreto legge che determina la fine dello stato d’emergenza…. finalmente, diranno i più.

Eppure al mio sguardo ancora qualcosa – forse più di qualcosa – stona.

Non so se gli Italiani si sono accorti che dal primo maggio i nostri figli saranno gli unici cittadini a dover indossare la mascherina all’interno degli istituti scolastici, mentre in tutti gli altri luoghi non sarà più obbligatoria. Obbligo che è ormai decaduto anche in gran parte degli altri paesi europei.

Si creerà una situazione paradossale: bambini/bambine, ragazzi e ragazze potranno entrare al cinema, al ristorante, a teatro, in discoteca, al supermercato senza mascherina mentre a scuola dovranno attenersi a regole diverse.

I loro genitori potranno accedere a luoghi di lavoro senza indossare il dispositivo di protezione facciale, ma studenti e studentesse non potranno, tra le altre cose, godere del sorriso di insegnanti e compagni.

La narrazione dominante continua imperterrita a non voler accettare ciò che gli studi scientifici ci dicono da ormai due anni, ovvero che la scuola è uno dei luoghi più sicuri, anche a fronte di nuove varianti più contagiose.

Gli studi scientifici hanno ampiamente dimostrato che nei bambini la probabilità di contrarre e di diffondere il virus sars-cov2 è significativamente più bassa rispetto agli adulti.

Non importa che studi scientifici recenti abbiano dimostrato che non vi sia differenza significativa tra l’uso delle mascherine in classe o stare senza per gli under 12 e che, ad agosto 2021, e che il TAR del Lazio ne abbia sconsigliato l’utilizzo.

Non importa neanche che le FFP2 non siano DPI idonei per i bambini e quindi che il loro utilizzo in queste fasce d’età non sia a norma.

No: i nostri figli devono continuare a frequentare la scuola fermi, immobili, lontani dagli altri e mascherati.

E c’è di più: con questo nuovo decreto la mascherina FFP2 viene introdotta anche alla Scuola dell’Infanzia – al pari che negli altri cicli – in presenza di 4 casi positivi per tutti gli alunni che abbiano compiuto 6 anni.

Non importa neanche che a maggio in molte scuole d’Italia farà caldissimo: mica ci devono stare i ministri dentro le aule!

A livello comunicativo, ancora una volta, tutto questo cosa significa?

Significa far passare la scuola, i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze come un pericolo, significa ancora una volta bollarli come untori quando in realtà non lo sono mai stati.

Significa non pensare agli effetti collaterali che possono avere queste misure su soggetti in crescita.

Significa continuare a non avere un pensiero pedagogico: quando vengono inserite determinate regole, pensiamo a cosa insegniamo ai bambini?

Abbiamo mai pensato quanto distanza e mascherine possano aver minato la fiducia verso l’altro (che si costruisce proprio nell’infanzia e in età scolare) creando in loro, una certa ostilità verso chiunque è diverso, verso chiunque sia fuori dalla cerchia familiare?

E che tutto questo, nella testa di un bambino,ha significato che l’altro, colui che fino a ieri mi era amico, può con un solo tocco, con un solo scambio di matite o pennarelli, infettarmi.

Questo abbiamo insegnato ai nostri figli: che ogni scambio umano, se non filtrato o controllato da qualcosa, potrebbe essere pericoloso per la loro e la nostra vita.

Che utilità ha la mascherina, a stato di emergenza finito, con ricoveri sia in terapia ordinaria che in terapia intensiva non preoccupanti, con classi composte da vaccinati e guariti?

Nota bene. E qui arriviamo al bello di questa riflessione: il maggior produttore di mascherine in Italia fino al settembre 2021 è stato il gruppo Fca di John Elkann, che, convertendo addirittura la storica sede di Mirafiori, ebbe la prima commissione di mascherine chirurgiche pediatriche durante il governo Conte.

Dall’estate 2020 Fca ha prodotto da sola la metà del fabbisogno di mascherine in Italia: si stima una cifra di 27 milioni di chirurgiche al giorno, tra le quali anche quelle pediatriche consegnate nelle scuole. Poi, a causa delle numerose lamentele sulla qualità delle mascherine prodotte dall’ex gruppo Fiat, che chi ha figli in età scolare conoscerà bene, sono state ritirate.

Il gruppo Fca durante la pandemia ha incassato dallo Stato ben 237 milioni di euro.

In questo nuovo decreto, troviamo stanziati altri 30 milioni di euro per l’acquisto di mascherine che al momento vede tra i produttori Fater spa (gruppo Angelini), azienda abruzzese che produce materiali assorbenti per l’igiene della persona e che da marzo 2020 ha convertito parte della produzione per fabbricare mascherine. Mascherine che continuano ad essere poco utilizzate dagli studenti poiché ritenute scomode.

Ci chiediamo quindi: con tutti i soldi spesi in mascherine, spesso non utilizzate, quante scuole potevamo ristrutturare, imbiancare, ripulire, abbellire … quanti rotoli di carta igienica o di scottex avremmo potuto acquistare, visto che spesso i genitori sono costretti a portarli da casa?

E invece no, ci compriamo le mascherine e i nostri figli devono ancora subire vessazioni dal Governo che gioca al padre premuroso quando forse gli interessi sono ben altri, e come spesso accade riguardano l’economia.

– In foto le uniche mascherine che vorremmo vedere sui nostri figli-

Referenze

https://www.thelancet.com/…/PIIS2666-7762(21…/fulltext

https://www.ospedalebambinogesu.it/nuovo-coronavirus…/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34419199/

https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm&#8230;

https://www.ambientediritto.it/…/tar-lazio-roma-sez-1…/

https://www.altroconsumo.it/…/dal…/speciali/ffp2-bambini

https://www.iltempo.it/…/mascherine-fca-autorizzazione&#8230;

https://www.iltempo.it/…/mascherine-fca-anti-covid…/

https://www.ilsole24ore.com/…/dai-pannolini-mascherine&#8230;

https://www.ilfattoquotidiano.it/…/caro…/6457986/

28 marzo 2022

IL MOSTRO

di Silvia Epicoco, Project Manager nell’ambito delle sperimentazioni cliniche dei farmaci

Da dove comincio? Dall’inizio direte, ma questa è una storia molto lunga che sembra non finire mai. Come in quei film horror in cui il mostro riesce a sopravvivere, sempre.

Questa storia inizia a febbraio del 2020 e finisce a marzo del 2022. Cioè… dovrebbe finire, il mostro in effetti è stato dichiarato morto, ma sarà morto per davvero?!

Avete capito di cosa sto parlando? Sto parlando dell’emergenza sanitaria Covid-19, quella italiana. Che ogni Paese ha avuto il suo mostro, ma sembra che a noi italiani sia toccato uno dei peggiori.

Allora partiamo dalla fine, quella che ancora deve arrivare in realtà: il governo italiano conferma che il 31 marzo cesserà lo stato di emergenza sanitaria. Sono passati più di due anni, ricordate vero? Salviamo la Pasqua, l’estate, il Natale, e di nuovo la Pasqua, l’estate e il Natale, che in sostanza voleva dire salviamo il turismo e il commercio (che poi non siamo riusciti neanche a salvare né il turismo né il commercio…).

Ma l’avete notato anche voi che nessuno, ma proprio nessuno, in questi due anni abbia mai detto “salviamo prima i bambini e le donne”? Frasi di altri tempi, forse, dei tempi del Titanic, quando si osava ragionare ancora in questi termini “prima i bambini e le donne”. Frasi che oggi sembrerebbero avere qualche assonanza con il razzismo ed il sessismo. Ma poi quali bambini?! C’è ancora qualche bambino?! Qualche ragazzo che pensa davvero di poter fare la vita da ragazzo in un mondo di vecchi?!

E infatti in piena emergenza è risultato facile ed indolore ai più sigillare gli scivoli e le altalene.

Vietato giocare; l’ora d’aria? Solo per i cani. E i bambini? Quali bambini?!

E se proprio questi bambini esistono e insistono con il voler giocare, diamogli uno smartphone in mano, che è pure più sicuro, non c’è nemmeno il rischio che si sbucciano le ginocchia.

E la scuola?

Ma siamo sicuri che con tutta la tecnologia che adesso abbiamo a disposizione serva ancora andare a scuola? Eddai… evolviamoci, non facciamo i soliti retrogradi, che la scuola si può fare anche con uno smartphone, basta fornire a tutti una buona connessione internet e pace.

E facciamo attenzione a riaprirla la scuola, con calma, molta calma, meglio posticipare dopo Pasqua; ma ha senso riaprire per qualche settimana? Dai, che ormai l’anno scolastico è ormai terminato.

Ma veniamo all’anno successivo.

Sì, riapriamo le scuole ma non tutti insieme, un po’ alla volta, che alcuni rimangano a casa e altri a scuola, che alcuni entrino alle 8 e altri alle 10. Che oltre alla Didattica A Distanza adesso abbiamo anche la Didattica Integrata, a Distanza. Che a noi le cose complicate ci piacciono, ci fanno sentire più in gamba.

Che i mezzi di trasporto non possono essere affollati dai ragazzi, sia chiaro!

E mi raccomando, appena varcato il cancello della scuola, ragazzi, rimanete sempre ben distanziati, le mascherine sempre su, anche mentre fate sport che per una mascherina non è morto mai nessuno e non passatevi le penne, i fogli, i gessetti. Se qualcuno si dimentica l’astuccio, fatti suoi, rimane al banco e guarda, nei protocolli di sicurezza non c’è scritto che le penne possono essere igienizzate con un comune disinfettante e passate al compagno di banco.

Gli zaini non si devono assolutamente toccare, a scuola, ma fuori dalla scuola sì, fuori dalla scuola tutti gli oggetti si possono toccare, ci si scambia le penne anche in ospedale e il denaro ovunque. Ma a scuola no, i fogli con i compiti vanno isolati e messi in quarantena per 48 ore, almeno, prima di essere ripresi.

Perché a scuola si prendono il virus, i ragazzi si contagiano e lo portano a casa e poi i nonni muoiono. Vuoi far morire tuo nonno?

Ma non vi preoccupate ragazzi, la prova scritta di italiano e matematica della maturità l’abboniamo per quest’anno e forse anche per l’anno prossimo. Che tanto sappiamo già che non avete imparato nulla.

Questi sono stati più o meno i ragionamenti del mostro. Pensieri che il mostro è riuscito a inculcare molto bene anche nelle nostre menti. Perché questo è un mostro davvero malefico; fa fare a noi quello che in realtà vuole fare lui, senza che lui faccia un bel niente. Ed è per questo che fino ad ora ha avuto sempre vita molto facile.

Dovevo partire dalla fine e invece ho descritto l’inizio, quando è comparso questo virus di cui non si sapeva nulla, ma proprio nulla, ma solo di una cosa tutti erano già certi, una di quelle verità assolute che non è possibile mettere in discussione, MAI. Le scuole sono ambienti pericolosissimi per la diffusione del virus, è necessario applicare dei protocolli molto severi e stringenti, dei protocolli speciali, unici nel loro genere e mai visti in nessun altro luogo di lavoro.

In ufficio avete mai messo i documenti in quarantena? Nei supermercati, i pacchi della pasta sono mai stati messi in quarantena prima che il cliente li prendesse dallo scaffale per porli nel carrello e poi dal carrello, al nastro e dal nastro al lettore e dal lettore nei sacchetti della spesa?

E più questi protocolli sono complicati e di difficile applicazione tanto più sono efficaci. Però devi riuscire a metterli in pratica altrimenti non vale, altrimenti la diffusione del contagio continua ed è colpa della scuola o meglio di chi nella scuola non è riuscito a osservare scrupolosamente il protocollo se il virus continua a diffondersi e i nonni continuano ad ammalarsi e a morire. – Questi ancora i ragionamenti del mostro, ancora una volta inculcati nelle nostre menti -.

Questo in breve è stato l’inizio, la PRIMA STAGIONE direi, per rimanere in assonanza con la terminologia filmografica.

Poi, quando è arrivato il vaccino e maggiori disponibilità di tamponi e con loro anche il certificato verde è iniziata la SECONDA STAGIONE.

Quella dei conti dei giorni, dei test antigenici o molecolari, dei positivi e dei negativi, dei certificati di guarigione, delle quarantene differenziate, degli isolamenti, dei protocolli che variano in continuazione. In questa scuola si fa così e in quell’altra cosà, la circolare è la stessa ma le interpretazioni diverse, tante quanto il numero dei presidi.

Ma nel dubbio sempre meglio far partire la DAD il prima possibile, e dopo la DAD della classe qualche giorno di disinfestazione generale per l’intera scuola non guasta mai, che siamo già stati troppi giorni aperti; non vedete che i contagi risalgono? Volete ammazzare i vostri nonni? – Questi sono sempre i pensieri inculcati nelle nostre teste dal mostro-.

E nelle chat di classe dei genitori:

Ma il tampone rapido della farmacia vale? Ma giorno 0 a partire da quando? Dalla comparsa dei sintomi? Dall’ultimo contatto? Ma tuo figlio era in classe quel giorno?

Se esci adesso al drive-in non trovi nessuno.

Ieri ho fatto 10 ore di coda in attesa per fare il test, come un viaggio Milano-Pescara andata e ritorno.

Io ho fatto questo, io ho fatto quello.

C’è un secondo caso positivo in classe, dicono; mio figlio no; mio figlio no; il mio nemmeno; ma perché non ce lo dicono prima cosi evito di fare a mio figlio un secondo tampone, ed una seconda coda?

Allora siamo tutti in DAD?

Aspettiamo la comunicazione della scuola .

Ma io comunque volevo dire che mio figlio non va in DAD perché si è vaccinato.

Mio figlio anche si è vaccinato, ieri ha fatto la seconda dose!

Ma come sono bravi i nostri bimbi!

A seguire foto del bimbo con il certificato di bimbo coraggioso entrato a far parte del team dei super-eroi.

E poi a dicembre del 2021, quando i dati epidemiologici davano evidenza che il virus dopo quasi due anni era ormai mutato a forme più lievi (evoluzione del tutto inattesa e che ha colto impreparato il nostro mostro) alcune classi di alunni hanno dovuto salutare i propri insegnanti. Quelli che li avevano seguiti e accompagnati fino ad allora, fin dall’inizio di questo incubo e anche prima.

SC: Adesso? Perché, adesso, non possono più insegnare? Ma questi insegnanti non erano quelli che si controllavano regolarmente con i tamponi ogni due giorni?

M: Si, ma il tampone non è affidabile.

SC: Come non è affidabile ?! E allora quando TIZIA è risultata positiva senza sintomi è rimasta isolata 10 giorni nella sua cameretta, per niente?! E’ stato un errore? E tutta la classe è andata in DAD, per sbaglio?

M: La verità è che questi insegnanti sono egoisti, perché lo ha detto anche il Papa: vaccinarsi è un gesto d’amore e loro non hanno voluto farlo. Il vaccino era ed è anche oggi gratis e loro lo hanno rifiutato e allora adesso, nonostante tutte le spinte che gentilmente gli ho fatto prima, adesso mi spiace, ma io questa volta gli dò un bel calcio in quel posto lì e li sospendo.

SC: Ma ormai la pandemia sta terminando che senso ha che si vaccinino adesso, che volgiamo verso la primavera?

M: Cosa importa a me della pandemia, il vaccino è nei freezer ed io lo devo usare, whatever it takes ed anzi… visto che questi egoisti di insegnanti non si vaccineranno lo stesso, adesso mi invento pure il green pass “rafforzato” che chi ha fatto due dosi magari e più predisposto a farne uno terza, questo vale anche per i minori ovviamente che tanto una puntura in più, cosa importa. Usiamo Moderna anche per loro!

SC: Ma Moderna non è consigliato per i giovani…

M: Ma cosa importa?! Te l’ho già detto che devo svuotare i freezer, e nel freezer ho Moderna, quante volte te lo devo ripetere ?!

Per la terza dose però non posso mica aspettare sei mesi come previsto dal bugiardino, poi l’emergenza finisce e il booster non lo fa più nessuno, riduciamo a 4 mesi, dai.

Questi i pensieri del mostro (M) che però adesso, non so se ve ne siete accorti, comincia a mostrare di più il suo vero volto e non riesce a convincerci proprio del tutto, lo spirito critico (SC) sembra fare capolino con qualche timida domanda.

Il 31 marzo l’emergenza finisce ma ci sono ancora alcuni vaccini non scaduti nei freezer. Verrà istituita una unità per terminare la campagna vaccinale. Per proteggerci per l’estate, forse.

Gli insegnanti non vaccinati rientreranno a scuola solo se negativi ai tamponi ogni due giorni, ma sarà impedito loro di svolgere attività didattica e di avvicinarsi ai ragazzi, faranno attività di supporto, non si sa quali attività, forse anche nulla, quello che importa è che abbiano la lettera scarlatta impressa sullo sguardo dei colleghi e di tutta la scuola.

Che chi non si è vaccinato doveva morire ed invece non è morto e se non è morto lui sicuramente ha fatto morire qualcun altro. – Questi ovviamente sempre i pensieri del mostro che riesce ancora a fare breccia nelle nostre menti-.

Le mascherine rimangono fino a fine anno, il distanziamento pure, perché è finita l’emergenza ma a quanto pare è nato un nuovo ordine fondato sul distanziamento, sul volto negato, sulla paura che il virus ritorni, sulla paura di essere puniti, esclusi, umiliati se si osa pensare e agire diversamente; non avete visto la fine dei docenti che non si sono vaccinati? Non avete visto cosa sta succedendo ora ad altri docenti che anch’essi hanno osato offrire una lettura diversa rispetto a quella ufficiale sull’attuale conflitto URSS-UCRAINA?

E quindi sì, il 31 marzo finisce l’emergenza ma le restrizioni rimangono, dicono che le hanno tolte (alcune) ma in realtà sono solo sospese pronte per un prossimo ritorno, questa volta anche senza emergenza.

Che il mostro è morto ma per finta, che la seconda stagione si sta per concludere ma già si prepara la terza.

Cosa succederà nella TERZA STAGIONE? Il mostro tornerà a farsi vivo? I nostri eroi riusciranno questa volta a sconfiggerlo definitivamente?

Ma soprattutto, “eroi”, avete capito chi è o meglio cosa è il mostro?

Perché la partita si gioca tutta qui! Perché se non si comprende bene chi è o meglio cosa è il mostro, il mostro rimarrà in vita e invece di combattere il mostro finiremo per combattere qualcosa o qualcuno che mostro non è o più semplicemente finiremo per fare la guerra tra di noi che mostri non siamo.

Vi avverto, il mostro è molto insidioso, ha un talento speciale, un super-potere che lo rende quasi infallibile: quello di annidarsi nelle nostre menti. Per questo bisogna fare attenzione e rimanere vigili.

Io, il mostro, per oltre quarant’anni ho sempre pensato che non esistesse, e invece esiste: è servita questa pandemia a farmelo vedere. E ve lo dico, anche se so che non crederete fino a quando non lo vedrete con i vostri occhi. Ma devo mettervi in guardia. Abbiate fiducia, sappiate che c’è.

E vi dico anche che vederlo non rende meno faticosa la via, ma è sufficiente affinché tutto assuma un altro sapore, un altro gusto, un altro senso. Ed è tutto un ALTRO vivere.

Perché quando vedi il mostro, nello stesso tempo prendi consapevolezza di un’altra cosa che non si vede ma che c’è e che è esattamente l’opposto del mostro.

Beh… adesso non ditemi che non avete ancora capito chi è il mostro!

27marzo2022

La storia di mia figlia, che gioca a volley ma che non potrà disputare un torneo: per 13 giorni lei sarà “letale”

Riceviamo e pubblichiamo la seguente testimonianza che ci ha colpito.

Vi parlo della storia di una ragazzina che gioca a pallavolo, la sua passione: ha avuto il Covid-19, ha dovuto fare poi una dose con la promessa che sarebbe stata “apposto” per un anno: “mamma lo faccio, così per un anno non ci pensiamo più”.

Il 17 di Aprile, invece, dopo sei mesi, le scade il Green Pass rafforzato, obbligatorio fino al 30 di Aprile per gli sport al chiuso (secondo il nuovo Decreto): no il tampone non basta, nemmeno dopo la fine dello Stato di Emergenza.

Dal 1 Maggio tolgono il Green Pass rafforzato.

Peccato che il 25 Aprile la ragazzina ha il torneo provinciale per il quale si è allenata tutto l’anno e ha dovuto fare persino le selezioni lontano dalla sua città.

Sulla base della letteratura scientifica e dei pareri dati da alcuni pediatri i genitori non vorrebbero farle il booster.

Nonostante il legittimo diritto dei genitori di non farle fare il booster, per partecipare a questo torneo, a cui ha tutto il diritto di partecipare, lei dovrebbe farlo per soli 13 giorni.

PERCHÉ LA RAGAZZINA

(che ha avuto il Covid e fatto una dose di vaccini sei mesi prima)

IN QUEI TREDICI GIORNI PUÒ ESSERE LETALE PER GLI ALTRI, E DOPO QUEI TREDICI GIORNI NON LO È PIÙ?

Perché poi non serviranno neanche i tamponi.

Bene io penso, con sincera umiltà, che qualsiasi persona dotata di un minimo di capacità di ragionamento e di logica possa sinceramente capire.”

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Ricordiamo che è stato fatto uno studio, sui minori che hanno potuto fare sport durante la pandemia, che ha scagionato lo sport.

Ne abbiamo parlato varie volte. Per esempio qui:

https://gocciaagoccia.net/…/rinunciare-allo-sport-non…/

E abbiamo anche scritto al garante per l’infanzia per abolire il green pass rafforzato per i minori:

https://gocciaagoccia.net/…/abolere-subito-green-pass…/

https://www.gazzettaufficiale.it/…/carica…/originario&#8230;

26marzo2022

Bombe al confine! La guerra è vicina… oppure è tornata l’infodemia?

Di Davide Simone, giornalista, consulente di comunicazione e storiografo, Francesca Capelli, scrittrice, sociologa, ricercatrice, Sara Gandini, Epidemiologa e biostatistica

Quando i media sottolineano con enfasi che la Russia ha colpito una base nemica a pochi km dal confine polacco, quando parlano di attacco alle porte dell’Europa e della Nato, quando un giornale come Repubblica scrive: “Ucraina, attacco a Ovest. Mosca porta la guerra al confine della Nato”, lo scopo è forse alzare il livello della tensione (per motivi politici o per “fare cassetta”), sottoponendo l’opinione pubblica a una pressione sempre maggiore, facendole addirittura pensare al rischio di una Terza Guerra Mondiale, all’olocausto termonucleare.

Si parte cioè da una notizia vera, e in questo caso di per sé poco rilevante (in guerra è logico e normale attaccare le basi nemiche, indipendentemente dalle loro coordinate), ma se ne altera, con destrezza e in modo orchestrato, la forma.

Sono esempi di “mal-informazione” o, a seconda delle interpretazioni, di propaganda “grigia” (come peraltro gli allarmismi di qualche giorno fa sul presunto “attacco” alla centrale nucleare di Zaporižžja, quando invece era stato colpito un edificio amministrativo a quasi 200 metri di distanza), purtroppo sperimentato nei due anni di pandemia-sindemia.

L’infodemia spettacolaristica e distorsiva, l’infotainment nella sua declinazione più disturbante, paiono insomma tornati. Anzi, non hanno mai concesso tregue, solo cambiato argomenti.

Possiamo addirittura parlare di edu-infotainment, perché queste notizie, oltre a creare nello spettatore una dipendenza malsana da quello che diventa un vero e proprio “genere” (inteso come dispositivo che permette l’autopòiesis del discorso), hanno anche un obiettivo pedagogico: disciplinare, ridurre al silenzio che fa domande, umiliare le voci eterodosse. Come pure sembra tornare la polarizzazione, il rifiuto di ascoltare le ragioni dell’altro con pazienza, senza trascendere e demonizzare, senza affibbiare etichette. Senza urlare. Ed essere dalla parte degli ucraini, in questo frangente, non è sufficiente. Bisogna rinunciare all’equilibrio e alla razionalità analitica, per non essere accusati di alto tradimento e di essere personalmente responsabili delle nefandezze della guerra. Se due anni fa abbiamo creduto che la Sars-cov2 potesse contagiarci attraverso l’aerosol creato dallo sciacquone del water, oggi crediamo che un missile russo può entrare in una casa ucraina facendo solo un buco nel soffitto e conficcarsi direttamente in quello stesso water senza esplodere e senza radere al suolo l’isolato.

Nel frattempo, in questi due anni, la gamma di quelle che vengono indicate come “bufale” si è allargata. Le “fake news”, le informazioni non-vere o solo parzialmente vere, sono un universo composito e vastissimo. Strumenti concepiti, sviluppati e veicolati da e attraverso modalità spesso diverse, tanto da rendere obbligatoria una classificazione molto più articolata e specifica.

Come difenderci? L’unica strada è non rinunciare all’esercizio critico del pensiero che, come ci ricorda Hannah Arendt, non ha a che vedere con l’accumulazione di conoscenze ma con la capacità di distinguere il bene dal male.

Grazie a I blog del Fatto Quotidiano per l’ospitalità

Il pezzo completo qui:

https://www.ilfattoquotidiano.it/…/ucraina-con…/6534665/

25marzo2022

Mascherine a scuola. Ancora?

È uscito un nuovo enorme studio, non ancora “per reviewed”: 599,314 bambini tra i 3 e gli 11 anni, che studia in particolare l’uso della mascherina a scuola e ha un disegno sperimentale innovativo.

Non è uno studio randomizzato ma hanno utilizzato un disegno quasi sperimentale
confrontando i risultati tra bambini con obbligo di mascherine e bambini senza tenendo conto dell’età.

L’obbligo dell’uso della mascherina a scuola non è stato associato a una minore incidenza di SARS-CoV-2 o di trasmissione del contagio.
Conferma quindi lo studio randomizzato danese.

Le differenze in termini di incidenza e trasmissione tra i bambini dell’ultimo anno di scuola materna e i bambini del 1° anno di istruzione primaria non sono stati trovati statisticamente significativi.

Invece, come mostriamo da tempo, è stata confermata una correlazione del contagio con l’età che è il fattore più importante per spiegare il rischio di trasmissione tra i bambini che frequentano la scuola.

Le evidenze a favore dell’uso delle mascherine nelle scuole per ridurre la diffusione del Covid non sono “conclusive”. Un importante studio inglese non ha fornito evidenze chiare di un impatto statisticamente significativo. Lo studio includeva i risultati di 123 scuole in Inghilterra che hanno usato mascherine e confrontati con altri che non l’hanno fatto durante l’onda Delta di Covid. Ne ha parlato il governo inglese e noi su un pezzo pubblicato su I blog del Fatto Quotidiano.

Soprattutto ora che viene confermato che omicron comporta un rischio significativamente ridotto di malattia grave e siamo tra i paesi con più elevata vaccinazione, dovremmo pensare alla difficoltà di tenere bambini e ragazzi tante ore fermi al banco con la mascherina. A due anni dall’inizio della pandemia.

Orizzonte Scuola manda un sondaggio riguardo a questo tema, partecipate:

https://www.orizzontescuola.it/via-le-mascherine-in…/

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34419199/

https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4046809

https://twitter.com/VPrasad…/status/1502456414299570179…

https://www.thelancet.com/…/PIIS0140-6736(22…/fulltext

https://gocciaagoccia.net/2022/01/22/mascherine-forever/

20marzo2022