Una bellissima recensione de Il chimico scettico del libro della sociologa e scrittrice Francesca Capelli
WARGASM-ORGASMI DI GUERRA

Non si tratta di un libro che tratti della guerra in Ucraina, ma di una accurata disamina delle parole e dei segni di due anni di pandemia, cioè della miglior disamina possibile. Perché, e chi segue questa pagina dovrebbe averlo ormai ben presente, in due anni di vicende pandemiche le scienze hanno avuto un ruolo del tutto secondario. Il proscenio è sempre stato presidiato dalle parole, dalla narrazione.
E il libro di Francesca Capelli ci ricorda quanto questa narrazione sia stata aberrante, e anche che c’è un sottile filo rosso dalle impronte delle mani attorno ai bisonti raffigurati nelle caverne fino alla mascherina e al green pass.
E’una buona occasione per tenere a mente chi ha detto cosa e quando, e per leggerne un’analisi acuta. Che non è una cosa di secondaria importanza, in tempi in cui la memoria degli individui tende alla memoria dei social media (cortissima). Di tutto vi riporto un brano che riecheggia un post dell’ autrice, già condiviso a suo tempo su questa pagina:
L’estremizzazione perversa del burocrate è Adolf Eichmann, così come lo descrive Hannah Arendt in La banalità del male. Eichmann, che si limitava a obbedire agli ordini e organizzava il trasporto degli ebrei verso i campi di sterminio senza farsi domande, senza provare né odio né pena per gli esseri umani che mandava alla morte. Paradossalmente il burocrate, portatore della razionalità del metodo scientifico, finisce per abiurarla quando rinuncia all’esercizio del pensiero critico, pratica che non ha a che vedere con l’accumulazione di conoscenze ma con la capacità di distinguere il bene dal male.
Sull’estremo opposto troviamo il crociato, figura premoderna, che risponde – tornando a categorie weberiane – a strutture di potere religiose o carismatiche. Vive lo spazio delle reti sociali come una Gemeinschaft (la comunità di Tönnies), fatta di interazioni immediate e personali, sui cui si basano ruoli, credenze e valori vissuti in maniera identitaria, organica, totemica. Il crociato si sente investito di una missione superiore e salvifica da compiere. Il suo ruolo non è diffondere conoscenza tecnica, ma convertire le anime alla vera fede. Il lockdown, prima, e la vaccinazione poi gli hanno fornito una bandiera nel cui segno combattere, sia che abbracci il discorso ufficiale, sia che si convinca che il Covid non esiste, ma è un complotto ordito da un potere occulto.
Pure il crociato detesta gli intellettuali, in particolare giuristi e filosofi, colpevoli di perdere tempo in troppi distinguo mentre il mondo crolla a pezzi, ma anche i tecnici, che scotomizzano la morale dalle proprie misurazioni. Un esempio per tutti, l’ondata di indignazione che solleva qualsiasi tentativo di calcolare quanti siano stati davvero i morti per Covid, considerato un atto cinico e non un dovere della scienza per ricavarne qualche dato epidemiologico utile. O il rifiuto di valutare i vaccini in base al rapporto costi-benefici. Il crociato non discute, ma evangelizza. Non prevede gradazioni di consenso, ma adesione totale. Non fa appello alla razionalità, all’oggettività del dato, ma al senso di colpa, alla paura, all’emotività, all’uso pubblico dell’empatia. Non vuole persuadere, vuole convertire. E se non ci riesce, è pronto a mandare al rogo l’eretico, convinto che servirà a purificare la società dal male e dalla malattia.
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Wargasms/Orgasmi di guerra: il libro
15 aprile 2022