LA NUOVA NORMALITÀ DELLE SCUOLE E DELLE FAMIGLIE – BAMBINI, ADOLESCENTI E IL PIFFERAIO MAGICO / 6 (Ultima parte)

Di Alberto Latorre

12) DISTANZIAMENTO SOCIALE, NORME IGIENICO-SANITARIE E FOLLIA

Mara Selvini Palazzoli in due tra i suoi testi più importanti, L’anoressia mentale e Giochi psicotici in famiglia, spiega come la follia sia un adattamento logico a un contesto illogico. Afferma come siano in buona parte le dinamiche famigliari a provocare nei figli disturbi psichici fino a vere e proprie forme di schizofrenia. Ella individua tra le tante concause in modo particolare tre aspetti: l’eccessivo timore di malattie da parte dei genitori che porta per esempio a impedire ai figli di giocare, di sporcarsi, di fare sport, l’imposizione di regole igieniche di tipo paranoico associate a forme ossessive di controllo e sorveglianza e infine punizioni severe e assolutamente sproporzionate in caso di trasgressione, alternate tuttavia a rari e imprevedibili momenti in cui queste regole e la relativa punizione non vengono applicate.

Genitori che chiedono rispetto di regole assurde in modo ossessivo, minacciando i propri figli di punizioni, colpevolizzandoli per supposte gravi conseguenze ai propri e altrui danni, minacciandoli di escluderli dalla possibilità di praticare sport, di uscire di casa, di frequentare amici e parenti o mandandoli a letto senza cena, gettano i semi di un disturbo se non addirittura di una malattia psichiatrica.

Se questo è quello che accade nel microcosmo della famiglia, si può dunque facilmente intuire quale sia la portata potenzialmente devastante delle norme igienico-sanitarie e di distanziamento sociale fatte rispettare a bambini e adolescenti in questi due anni a colpi di minacce di pesanti punizioni, di colpevolizzazione, di esclusione dalla vita sociale.

Adolescenti e soprattutto bambini che non solo si sono visti privare del proprio e altrui volto, ma a cui è stato insegnato di non toccare gli altri, di non abbracciarli, di non aiutarli prestando loro per esempio una penna o una matita, di non condividere con loro la merenda, di stare loro distanti.

Senza contare le altre infinite declinazioni di tali regole come quella di non raccogliere un oggetto caduto per terra in classe se non dopo averlo igienizzato, la cui illogicità è già di per sé evidente. Si tratta di una comunicazione a doppio-legame che rende impossibile, di fatto, non solo compiere l’azione corretta, ma addirittura di agire.

Oppure – come ho avuto modo di vedere personalmente – genitori che intimano con toni bruschi ai propri figli vaccinati e nonostante ciò trovati positivi alla SARS-CoV-2 di non abbassare la mascherina Ffp2 mentre stanno giocando al parco, all’aperto[28].

In questi due anni sono state minate, oltre alla salute mentale di tanti bambini e adolescenti, le basi sociali della solidarietà, della comunità, della convivenza civile per le future generazioni, ancor prima che con le discriminazioni a norma di legge tra vaccinati e non vaccinati, con regole e disposizioni letteralmente asociali.

13) CONCLUSIONI ED EFFETTI AVVERSI

Come non sappiamo gli effetti a lungo periodo dei vaccini a mRna, così non possiamo pienamente sapere quali saranno quelli di questo clima educativo, scolastico e sociale sulle giovani generazioni.

Così come è stato per i traumi educativi e sociali vissuti dai figli dei genitori reduci dalla Seconda Guerra Mondiale, ci vorrà molto tempo per capirne pienamente la portata. Forse soltanto i nostri nipoti, o addirittura i nostri pronipoti li elaboreranno e li racconteranno.

Quello che possiamo fare ora è chiederci cosa stanno imparando da questa situazione i nostri figli?

Sappiamo bene che ogni volta che si insegna loro un contenuto formale se ne sta insegnando loro uno informale, in modo inconsapevole e involontario, ma più pervasivo del primo.

Se l’insegnamento formale è il “contenuto”, il “cosa stiamo insegnando”, quello informale è la “forma”, ovvero il “modo in cui stiamo insegnando”.

A queste generazioni stiamo insegnando informalmente a obbedire senza farsi domande, anzi a non fare proprio domande, a non porre dubbi, a non agire criticamente, ad affidarsi ciecamente, a subire passivamente scelte altrui (di fatto, anche in materia di vaccini, i bambini sono costretti a subire le scelte dei loro genitori), a ricattare, a discriminare. Stiamo insegnando che è giusto infliggere sofferenze ed emarginare altre persone quando lo si fa per affermare un bene ritenuto più grande. Che è preferibile l’immunità alla comunità.

14) APPENDICE: IL PIFFERAIO MAGICO

La celebre favola raccolta dai fratelli Grimm – nota anche col titolo de Il pifferaio di Hamelin (dal nome della città in cui a metà del XIII secolo imperversava la peste[29]) – ci ricorda che chi cerca soluzioni rapide per risolvere i problemi senza vagliarle criticamente e senza assumersene la responsabilità è condannato a pagare conseguenze ben più pesanti.

La fiaba è nota: i cittadini di Hamelin accettano la proposta del pifferaio di risolvere il problema dei topi in cambio di mille monete d’oro. Ma una volta liberati dai topi (ovvero dalla peste) il sindaco e i cittadini, per avidità, non mantengono l’accordo (ossia non si assumono la responsabilità delle proprie decisioni e pensano soltanto al proprio tornaconto). Si consuma a questo punto la tremenda vendetta del pifferaio il quale incanta i bambini della città. Grazie alla sua melodia egli strega i bambini i quali lo seguono perché credono di vedere attorno a sé giocattoli, dolci, nessun adulto che li voglia comandare, niente scuola (oggi potremmo dire che il pfizeraio magico grazie ai vaccini ha permesso a bambini e ad adolescenti di tornare a giocare, di fare sport, di tornare a frequentarsi e andare a scuola in presenza). Il pifferaio li conduce così fino a una montagna che aprendosi all’improvviso li inghiotte tutti facendoli sparire per sempre. Solo un bambino zoppo si salva.

Si salva dall’inganno del pifferaio magico perché non era rimasto al passo con gli altri.

Referenze e approfondimenti

[28] Sulle controindicazioni all’uso della mascherina Ffp2 per i bambini rimando al seguente contributo della prof.ssa Sara Gandini https://www.facebook.com/photo?fbid=10227480288735617&set=a.2736801581975

[29] È noto come la peste venisse trasmessa dai ratti. La fiaba potrebbe quindi spiegare la morte dei bambini per la malattia.

1 marzo 2022