Di Maria Luisa Iannuzzo, medico legale

Racconta una storiella che, secondo le leggi della fisica, il bombo ha le ali troppo piccole, rispetto al corpo, per poter volare. Ma lui le leggi della fisica non le sa, e vola lo stesso.
L’ipotesi alla base di questo e di altri articoli è che il virus Sars-CoV-2 circolasse in Italia ben prima del suo sequenziamento sul paziente zero. Già nell’autunno del 2019 i medici di famiglia avevano assistito a un aumento dei casi di polmoniti atipiche, evento peraltro non raro nei mesi freddi. Nel momento in cui Sars-CoV-2 è stato sequenziato e ha avuto un nome (febbraio 2020) si è generato un sistema di overdiagnosis/undertreatment. Eccesso di diagnosi di malattia (la differenziazione per/con covid che ora la comunità scientifica sta prendendo in considerazione) e una carenza di trattamenti medici (il famoso protocollo paracetamolo + vigile attesa).
Il sospetto che Sars-CoV-2 fosse già tra di noi da tempo, senza che nessuno se ne fosse reso conto, si rivela ogni giorno più fondato.
Accendere la luce su Sars-CoV-2 (dargli un nome) ha portato allo spegnimento dei cervelli.
Va fatto notare che in caso di malattia COVID-19 possono verificarsi manifestazioni cutanee simili a quelle che accompagnano altre note infezioni virali come la varicella e il morbillo. Alcune delle prime segnalazioni di manifestazioni cutanee in corso di malattia COVID-19 provengono da dermatologi italiani.
Il primo caso sequenziato di COVID-19 in Italia è stato riportato nella città di Codogno in Lombardia il 21 febbraio 2020. Tuttavia, alcune prove suggeriscono che Sars-CoV-2 circolasse inosservato da settimane.
Gli autori di questo studio (1), in qualità di partecipanti al Measles and Rubella Network italiano, hanno osservato a Milano, durante il tardo autunno 2019, casi di sospetto morbillo in pazienti che alla fine sono risultati negativi al morbillo. Hanno quindi valutato retrospettivamente un possibile coinvolgimento eziologico di Sars-CoV-2 in questi casi di rash cutanei non legati al morbillo.
Nello studio sono stati analizzati campioni di tamponi orofaringei raccolti nel periodo settembre 2019-febbraio 2020 da 39 pazienti (età media 19,9 anni). Un campione di tampone orofaringeo è risultato positivo. Il campione apparteneva a un bambino di 4 anni che viveva nei dintorni di Milano e non aveva precedenti di viaggio all’estero. Il 21 novembre il bambino aveva tosse e rinite; circa una settimana dopo (30 novembre) è stato portato al pronto soccorso con sintomi respiratori e vomito. Il 1 dicembre ha avuto l’inizio di un’eruzione cutanea simile al morbillo; il 5 dicembre (14 giorni dopo l’inizio dei sintomi), il campione orofaringeo è stato prelevato per sospetto diagnostico di morbillo.
Anche secondo questo studio quindi non ci sono dubbi: Sars-CoV-2 è arrivato in Italia mesi prima del sequenziamento sul paziente zero.
1)
Research Letter
Evidence of SARS-CoV-2 RNA in an Oropharyngeal Swab Specimen, Milan, Italy, Early December 2019
Antonella Amendola, Silvia Bianchi, Maria Gori, Daniela Colzani, Marta Canuti, Elisa Borghi, Mario C. Raviglione, Gian Vincenzo Zuccotti, e Elisabetta Tanzi
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7853584/
6 febbraio 2022