DAD per i non vaccinati? Una tragedia educativa

“Fino a poco tempo fa non potevamo conoscere lo stato vaccinale di un nostro allievo. Ora non solo dobbiamo conoscerlo ma anche comunicarlo a tutti, dicendo chi è vaccinato e chi no. A me pare una tragedia educativa”. Non usa giri di parole il preside del liceo classico e coreutico Tito Livio di Milano, Giorgio Galanti, per commentare la decisione del governo di mettere in dad gli studenti non vaccinati qualora si avessero due casi positivi in una classe, mantenendo per i vaccinati la didattica in presenza. “

Da Il Sole 24 ore

Da un punto di vista educativo è un disastro e – avverte – secondo me è stato sottovalutato l’aspetto organizzativo della cosa. Chi dovrà comunicarcelo? Le famiglie? Le Ats? Avremmo preferito rimanerne fuori”.

https://www.youtube.com/watch?v=aZXePh88ob0

Ma cos’è la DAD? entriamo nella stanza di uno studente.

Qui un bel video potente ce lo racconta

https://m.youtube.com/watch?v=UkGNfXxLVr8&feature=youtu.beQualche giorno fa la Società italiana di Neuropsicofarmacologia (Sinpf) ha parlato della quarta ondata, quella della mente.E l’anno scorso avevano già chiarito che stress, nervosismo, irritabilità e depressione sono le reazioni psico-emotive sperimentate dai bambini e ragazzi a seguito del ricorso alla Didattica a distanza (Dad) che ha rivoluzionato, nel corso della pandemia, il modo di fare scuola. Lo ha attestato una indagine condotta dal Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP) per conto del MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) su bambini tra i 5 e i 13 anni e ragazzi tra i 14 e i 19 anni.La Sinpf ora manda questo allarme: «Con un aumento del 26% della depressione e con un +28% dei disturbi d’ansia, la quinta ondata della pandemia in Italia è già in atto: è quella che affligge la mente. Non dei pazienti Covid, ma della popolazione generale, a partire dalle categorie più fragili, come le donne, gli anziani e i giovani, colpite dai principali fattori di rischio che sono l’impoverimento, la disoccupazione e l’isolamento»…”

«Più dei bambini – chiarisce Mencacci – ci preoccupano gli adolescenti. Ridotte ore di sonno, aumento dell’aggressività, abuso di Internet anche nelle ore notturne, eccesso di videogiochi, sono comportamenti indotti dal confinamento ma anche sintomi della depressione». E allora ci si concentra su questo “Long Covid della mente”, dovuto a un’epidemia sulla cui evoluzione a tutt’oggi è impossibile fare pronostici attendibili: è dimostrato che in particolare chi ha sofferto in maniera persistente di sintomi depressivi, soprattutto durante l’adolescenza, rischia di avere nel corso della propria vita ripercussioni più negative di quante ne avrebbe per un singolo episodio, anche in fase molto precoce, se questo viene risolto.

https://www.ilsole24ore.com/…/la-quinta-ondata-covid-e…

https://www.harmoniamentis.it/…/l-impatto-psicoemotivo…/

2 febbraio 2022