Valerio Di Battista: Ho strappato la tessera della Federazione Italiana Pallacanestro e non farò più parte di una Federazione che adotta regole discriminatorie

(Luciana Apicella) “Come spiegare a bambini che abbiamo visto crescere nelle nostre palestre, che ci considerano una seconda famiglia, che non li possiamo più accettare facendoli sentire ragazzini di serie B? Atleti che la mattina possono fare tranquillamente educazione fisica a scuola insieme ai propri compagni di squadra, mentre il pomeriggio non possono entrare nella nostra palestra insieme a loro”.Ci siamo occupati spesso di sport e ragazzi, argomento che dal 12 gennaio scorso è diventato ancor più centrale con l’introduzione dell’obbligo del Super Green Pass negli impianti sportivi, sia al chiuso che all’aperto, per tutti gli over 12. Per questo, quando abbiamo letto delle dimissioni di Valerio Di Battista da Presidente di Unibasket Lanciano come atto di protesta contro le nuove disposizioni, lo abbiamo contattato per chiedergli un suo contributo. Lo trovate sotto.Buona lettura

Valerio Di Battista

Mi chiamo Valerio Di Battista e sono un uomo di Sport. Mio padre mi ha messo su una bici da corsa all’età di 6 anni per le prime gare agonistiche, poi mi sono alternato tra squadre di basket e calcio fino ai quaranta anni, prima che gli impegni agonistici della mia primogenita nel mondo della Ginnastica Ritmica mi costringessero ad appendere le scarpe al famoso chiodo per seguire le sue gare in giro per il mondo, da Tokyo a Los Angeles passando per Doha, Mosca e quasi tutte le capitali d’Europa, non impedendomi però nel 2010 di realizzare un sogno della mia vita, fondando una società di Basket insieme ad amici fraterni.Ho viaggiato attraverso i continenti seguendo i Giochi Olimpici di Sydney nel 2000, di Atene nel 2004, di Pechino nel 2008 e di Londra nel 2012, saltando solo Rio 2016 per la delusione della mancata partecipazione di mia figlia, vittima di un infortunio che le ha impedito di coronare il suo sogno a 5 cerchi.Seguo la nazionale italiana di Basket in tutti i palazzetti di Eurobasket, dal 2005 fino al prossimo Campionato d’Europa di settembre 2022 a Milano, per il quale mi sono già affrettato ad acquistare i biglietti.

Le mie ferie di fine estate in famiglia scandiscono sempre grandi appuntamenti sportivi, per la disperazione di mia moglie, diciamo non grande appassionata, e la gioia del mio terzo figlio, un ragazzino etiope di 15 anni adottato ad Addis Abeba quando aveva solo 6 mesi di vita, di nome Zelalem, che in lingua amarica significa “eterno” poiché trovato abbandonato sulla riva di un fiume appena nato, e che segue le orme del padre nel mondo del Basket.

Mi sono dilungato in questo lungo preambolo per fare capire che lo Sport, insieme alla famiglia e al lavoro, è tutta la mia vita, scandisce le mie giornate da quasi 50 anni e negli ultimi dodici mi vede impegnato in prima persona a far crescere questa nostra creatura che si chiama Unibasket Lanciano, una società diversa non essendo legata solo alla sua città ma a tutto il comprensorio frentano, con lo sguardo aperto da sempre verso i Balcani, con tanti atleti dalla ex Yugoslavia nelle nostre squadre, ed ultimamente anche verso l’Africa, avendo giovani ragazzi dal Mali e dal Camerun, paese dove abbiamo realizzato una importante iniziativa benefica nella scorsa estate.Il sociale è sempre stato un nostro pensiero fisso, da anni mettiamo a disposizione della sede locale dell’Anfass di Lanciano le nostre strutture ed i nostri tecnici, per insegnare il basket a una decina dei loro ragazzi meno fortunati.

Nello scorso febbraio abbiamo deciso, tra i pochi in Italia, di partecipare a tutti i campionati per dare un segnale forte di speranza in un mondo dello Sport molto depresso, accollandoci i costi quasi proibitivi per effettuare nella nostra sede più di 2.000 tamponi gratuiti per i nostri atleti, per circa 10.000 euro di spesa, per permettere di giocare a tutti in sicurezza, ed in tarda primavera abbiamo allestito un playground all’aperto per i bambini del minibasket che non avevano potuto giocare al chiuso per un’altra regola difficile da comprendere.

A settembre abbiamo deciso, per aiutare le famiglie in difficoltà, di rendere gratuiti i corsi di Minibasket per tutti i bambini fino a giugno 2022, con uno sforzo economico di oltre 30.000 euro, e all’introduzione della regola del tampone ogni 48 ore per tutti i tesserati non in possesso del Green Pass da vaccino, abbiamo prolungato l’iniziativa sui tamponi gratuiti.

Abbiamo sempre trovato la forza e le risorse per affrontare i problemi derivanti dai due anni di pandemia, ma l’introduzione, dal 10 gennaio, del Green Pass Rafforzato per i ragazzi over 12 per poter entrare in palestra è stato un vero colpo di grazia.
Una misura che di sanitario non ha nessun crisma, non reintroducendo l’uso dei tamponi, unica arma per una parvenza di sicurezza sul campo da gioco, vista la possibile contagiosità di tutti, vaccinati e non, di fronte al virus, come si evince da tutti gli studi scientifici. Di sicuro è una misura che fa provare sulla pelle di anime innocenti tutto il peso della discriminazione e della ghettizzazione.

Cosa rispondere a quei genitori che mi supplicavano di non fare questo torto ai loro figli, terrorizzati dalle conseguenze psicologiche dell’espulsione dal mondo dello sport per menti già provate da due anni di problemi? Come spiegare a bambini che abbiamo visto crescere nelle nostre palestre, che ci considerano una seconda famiglia, che non li possiamo più accettare facendoli sentire ragazzini di serie B? Atleti che la mattina possono fare tranquillamente educazione fisica a scuola insieme ai propri compagni di squadra, mentre il pomeriggio non possono entrare nella nostra palestra insieme a loro.Non so chi abbia potuto concepire una regola cosi sadica. Come si fa ad addossare a minori, che non hanno alcuna responsabilità, la scelta operata per loro, senza infrangere nessuna legge, dai genitori?

Gli autori di questo delirio hanno macchiato indelebilmente il concetto di Sport, sinonimo per antonomasia di inclusione, accoglienza e tolleranza.Per tutte queste ragioni ho deciso, dopo 12 anni, di dimettermi dal Consiglio Direttivo della mia società: non sarò mai complice di una simile “barbarie”. Ho strappato la tessera della Federazione Italiana Pallacanestro e non farò più parte di una Federazione che adotta simili regole discriminatorie, e sinceramente non so se potrò mai un giorno rientrare anche quando questo scempio sarà finito.

Sono fortunato ad avere soci/amici in seno alla società che hanno capito il mio stato d’animo e si sono fatti carico dell’onere di continuare per non penalizzare tutti gli altri ragazzi, rischiando una chiusura totale dell’attività che con tanta fatica abbiamo costruito. Ma qualcuno doveva battere un colpo, non abbassare la testa e con dignità dare un segnale forte.Lo Sport minorile non si tocca!!!!!Sono fortunato perché alcuni dei nostri ragazzi mi hanno espresso la volontà di ritirarsi dal proprio campionato in segno di protesta e solidarietà per i compagni, che fino al 9 gennaio hanno sudato insieme a loro. Significa che abbiamo seminato qualcosa in questi anni. Gli abbiamo detto che apprezziamo il gesto, ma devono continuare proprio per gli esclusi.

Sono altresì deluso dall’omertà della maggior parte dei miei colleghi, dall’ignavia di uomini di Sport che si fanno scivolare tutto addosso come se niente fosse, dal girarsi dall’altro lato o dalla facile risposta “sono scelte politiche”.
Viva lo Sport con la S maiuscola, abbasso lo #sportnegato.

Valerio Di Battista

28 gennaio