Di Mauro Tassi, professore di filosofia

Quando, era il 6 gennaio, ho letto le nuove regole per la scuola del decreto-legge 1/22, ho avuto un immediato moto di indignazione. Lo avevo provato anche per l’imposizione generale del green pass, ma adesso, come insegnante, sarei diventato io stesso l’esecutore diretto di una discriminazione. Per sfogarmi ho scritto un post sul profilo di Rete nazionale scuola in presenza: “La discriminazione tra studenti vaccinati, che potranno rimanere in classe, e non vaccinati, che dovranno andare in DAD, è inaccettabile. Personalmente se dovesse capitare nelle mie classi, per protesta non farò lezione, rimanendo in aula a discutere della (in)costituzionalità di questo provvedimento governativo e di cosa fare per contrastarlo. Eventualmente, se siamo in un certo numero di colleghi, sono pronto a iniziare anche uno sciopero della fame”. Il post ha avuto un buon riscontro e lì per lì è stata una valvola di sfogo. Solo momentanea.Il caso, o il covid, ha voluto che lunedì 10 in una delle mie quattro classi si siano registrati due casi di studenti positivi. Secondo l’art. 4 del dl 1/22, da quel momento per dieci giorni, tutti gli studenti della classe sprovvisti di certificazione verde rafforzata erano costretti a seguire le lezioni in DAD.
A mio parere, questa norma è incostituzionale sotto diversi profili. Per comprenderlo, bisogna innanzitutto tener presente che già prima del dl 1/22 erano in vigore a scuola regole anti-covid: gli studenti che risultassero positivi e i loro contatti stretti accertati dovevano andare in quarantena e seguire le lezioni in DAD. Dunque la nuova disposizione aggiungeva solo un ulteriore livello di sicurezza, la cui consistenza ritengo del tutto insufficiente a motivare la lesione del preminente diritto allo studio (art. 34 della Costituzione) di alcuni studenti e del principio di uguaglianza nella sua fruizione (artt. 2 e 3 della Costituzione).
Mi sono fatto l’obiezione che anche le disposizioni precedenti discriminavano alcuni studenti rispetto ad altri. Tuttavia, mi è risultato chiaro che lo facevano in base a fatti accertati (tampone positivo, attività ravvicinate), mentre con la nuova normativa si costringe alla DAD solo in base al possesso di un documento, senza nessun fatto che attesti anche solo la probabilità di un maggior rischio di contagio di chi viene conDAD dato rispetto gli altri. Non dimentichiamoci, infatti, che anche i vaccinati possono essere contagiati e contagiare. Ciò significa che si impone un provvedimento punitivo evitando l’onere della prova e assumendo una presunzione di colpevolezza in palese contrasto con l’art. 27 della Costituzione.
Così mercoledì 12 sono entrato nella classe e ho annunciato ai miei studenti che ero in “sciopero bianco” e che pertanto non avrei proseguito con le normali lezioni, cioè avrei sospeso lo svolgimento dei programmi e avrei invece guidato delle non-lezioni collettive, basate su ricerca comune e libero dibattito, su questo problema: la messa in DAD obbligata degli studenti senza green pass è costituzionale? Naturalmente ho spiegato agli studenti le motivazioni di questa scelta. Poi siamo partiti, cominciando con la lettura e la discussione degli articoli della Costituzione più connessi al problema che volevamo affrontare e possibilmente risolvere. A conclusione di questa prima fase, abbiamo messo a fuoco che la base del problema è il conflitto tra due diritti: quello allo studio e quello alla salute. Successivamente abbiamo preso in considerazione esempi di giurisprudenza relativi all’arbitrato di conflitti tra diritti costituzionali: il caso dell’Ilva di Taranto e i casi dei TAR regionali che hanno accolto i ricorsi presentati da Rete nazionale scuola in presenza contro la chiusura delle scuole a causa del covid.
Abbiamo così capito che il criterio da usare per bilanciare diritti contrastanti è quello della “proporzionalità”, nella fattispecie ciò significa che le misure restrittive devono essere proporzionate sia all’entità del rischio alla salute sia all’entità della lesione del diritto allo studio. In altre parole occorre fare un bilancio comparato costi/benefici. Per farlo abbiamo cercato di valutare, in base a statistiche, informazioni ed esperienze personali, il rischio covid sia per gli studenti della classe sia per i loro familiari, ovviamente tenendo conto dell’utilizzo di vaccini e DPI. Al punto cui siamo ora giunti, non ci resta che comparare la stima di questo rischio, che alla fine è risultata molto bassa, con la stima del danno che la DAD comporta sia per il diritto allo studio sia per il diritto all’uguaglianza. Faremo questa comparazione nella prossima non-lezione, ma mi guarderò bene dall’imporre una conclusione unanime o anche solo maggioritaria: lascerò che ognuno sia libero di arrivare alla propria personale conclusione. Per chi fosse interessato, le videolezioni sono fruibile sul canale YT Cinefilosofia del p.T.
https://www.google.com/…/scuola-prof-liceo…/amp.htmlhttps://youtube.com/channel/UCTaBwWQHHiJTXEMfz2UPqiw
21 gennaio 2022