Il clic che ci abilita alla vita di cittadini

di Guglielmo Gentile, giornalista

A partire dal 6 agosto dell’anno scorso, ci siamo ormai abituati a mostrare un qr code per svolgere attività che fino al giorno prima non erano soggette ad alcuna autorizzazione. Le motivazioni sanitarie con le quali il governo decise di limitare il nostro grado di libertà introducendo l’obbligo di green pass, ovvero quelle di preservare la sicurezza degli ambienti, sono state smentite nel giro di qualche mese dall’ondata di contagi che ha successivamente travolto il paese. Dissero poi che tra gli effetti dell’adozione, ci sarebbe stato un aumento di vaccinazioni.

Ma anche qui la smentita arriva non solo dalla ricerca ResPOnsE Covid-19 dell’Università degli Studi di Milano (1), che ci dice che la quota di scettici è rimasta costante per tutto il periodo preso in esame, ma viene ulteriormente certificata dal confronto con altri paesi come la Spagna, dove senza green pass sono arrivati a quote di popolazione vaccinata decisamente superiori alle nostre.Nonostante l’adozione di questo strumento avesse diverse ragioni per impensierire, il green pass fu accolto da un generale consenso, soprattutto tra le categorie interessate alla ripresa dei consumi e tra i cittadini che speravano in un ritorno alla normalità.

Ma a distanza di 5 mesi purtroppo la ripresa non c’è stata (2), e il paese è ulteriormente piombato in un baratro di crisi, di paure, di ritardi, disservizi, e malfunzionamenti legati anche alle procedure burocratiche necessarie al possesso di questo documento.Oggi facciamo un passo successivo in questa direzione.

Da oggi infatti inizia un percorso che renderà l’esibizione di questo documento obbligatoria per svolgere la quasi totalità delle attività: sarà necessario anche per acquistare un pacchetto di caramelle dal tabaccaio.

Tutti noi siamo ora costretti a esibire il documento per qualunque attività siamo chiamati a svolgere.Non è difficile prevedere un ulteriore spostamento dei consumi verso le piattaforme di e-commerce che intermediano gli acquisti con grave danno non solo dei piccoli commercianti (3), ma anche di tutte quelle produzioni che non reggono la mediazione delle piattaforme. Non è difficile inoltre prevedere un aumento dei costi per la verifica dei pass per i piccoli esercizi; costi che si trasferiranno in parte sui clienti e in parte sui margini di profitto. E a volte la storia sa essere davvero sadica se pensiamo che proprio quelle categorie che ne applaudirono l’adozione saranno le prime ad esserne direttamente danneggiate.

Ma non è difficile anche prevedere tutte le difficoltà che deriveranno anche a tutti i singoli cittadini, ai quali già oggi capita con frequenza di non entrare in possesso del documento in questione per via di ritardi o disservizi burocratici. E si tratta di un’intera nuova burocrazia che è stata scaricata pari pari sulle spalle dei medici di medicina generale, delle ASL, talvolta delle USCA, e che porta via ulteriori risorse a quel sistema sanitario ormai completamente in crisi per via di decenni di tagli.

Abbiamo insomma consentito allo Stato di abilitare la nostra vita di cittadino e eventualmente di disabilitarla con un semplice clic di mouse, e senza nessuna evidenza di efficacia dal punto di vista sanitario.Per il momento questa cosa non sembra impensierirci, visto che pare limitarsi a ledere i diritti di una minoranza che ha deciso di non vaccinarsi e che sembra essere ormai l’unico capro espiatorio di tutti gli errori fin qui commessi. Ma si sa, la storia cambia in fretta: e sarebbe doveroso chiedersi già da ora cosa potrebbe succedere se quel mouse che autorizza le nostre esistenze dovesse finire nelle mani di governi le cui idee non coincidono con le nostre. Quando uno strumento per il controllo dei cittadini viene introdotto, è molto difficile credere che ci possa essere un limite al suo utilizzo. Si comincia già da ora con le indagini di polizia, come recentemente successo a Magonza in Germania (4). Ma poi non si sa dove si finisce.E allora conviene pensarci adesso, prima che sia tardi.

1)https://www.lavoce.info/…/i-vizi-dellobbligo…/…

2) Crollo dei consumi per 56 miliardi dal 2019. È l’allarme lanciato da Fipe-Confcommercio sul settore ristorazione. http://www.italianotizie24.it/ristorazione-crollo-dei…/

3)https://www.osservatori.net/…/ecommerce-acquisti-online…4) https://www.lindipendente.online/…/alla-fine-e…/

22 gennaio 2022