Di Sara Gandini, epidemiologa/biostatistica

Tenere conto delle differenze è un sapere che viene da lontano che va recuperato in ogni singola situazione, sia di prevenzione che di cura.
Non siamo tutti uguali e questo conta.Stralci dall’articolo pubblicato ieri sul Il Fatto Quotidiano, che ringraziamo per l’ospitalità.
“Senza il supporto di evidenze scientifiche chiare, all’inizio dell’emergenza furono prese alcune decisioni, come la chiusura delle scuole. Si sapeva poco del virus, e quindi occorreva decidere e fare in fretta. Ma questo schema di comportamento si è ripetuto anche nell’autunno 2020, con la seconda ondata. Hanno ricominciato a chiudere le scuole sostenendo che non ci fossero dati sufficienti o affidabili per mantenerle aperte, estrapolando analisi da dati del passato nonostante ci fossero già dati disponibili: ma con il passare del tempo, non avere dati ha iniziato ad essere un alibi perfetto….Ogni volta tutto il sapere acquisito viene rimesso in discussione, forse alla rincorsa del rischio zero.
Attualmente i media enfatizzano l’aumento dei contagi tra i più giovani, meno vaccinati rispetto agli adulti, ma in Italia la malattia grave e la mortalità nei bambini sono rimaste estremamente basse, sia con la Delta che con la Omicron, come ha chiarito anche il professor Zuccotti recentemente.
Siamo in una continua, infinita conta di “casi” di cui non si sa il significato. Il tampone positivo, soprattutto dopo che si è vaccinati, è davvero preoccupante? Ha senso continuare a fare screening negli asintomatici? In uno studio condotto allo IEO in corso di pubblicazione abbiamo mostrato recentemente che se gli anticorpi sono elevati il rischio di essere contagiati e di contagiare è significativamente più basso: perché non se ne tiene conto?
A questo occorre aggiungere che “positività” non indica malattia, soprattutto nei giovani e nei vaccinati….Pare che ogni volta ci si dimentichi che anche le misure di contenimento hanno dei costi significativi, ed effetti negativi sulla salute. Vari studi di coorte hanno mostrato aumenti significativi di depressione, ma anche tentativi di suicidio e suicidi, soprattutto negli adolescenti.
È proprio di questi giorni una pubblicazione della Società Italiana di Pediatria che lancia l’allarme sull’altra pandemia che sta colpendo in particolare i giovani e che è grave quanto la prima: sono infatti aumentati del 147% gli accessi ospedalieri per “ideazione suicidaria”, seguiti da quelli per depressione (+115%) e per disturbi della condotta alimentare (+78.4%)….
Eppure ancora oggi, alla fine del 2021, leggiamo di appelli avanzati da numerosi sindaci che chiedono di introdurre il Green Pass per gli studenti, con la minaccia della DAD per gli altri, e alcuni presidi mettono intere classi in DAD con un solo caso di positività, “in via precauzionale”. Inutile parlare delle conseguenze: la dispersione scolastica diverrebbe colpa dell’emergenza o degli studenti che non si vaccinano. L’ennesimo intervento che sposta la responsabilità dei problemi della gestione della pandemia ribaltandola sul cittadino, in questo caso sui giovani….
Per affrontare questa pandemia occorre dare attenzione alla variabilità di ciò che accade ogni giorno, mantenendo la complessità, in un’ottica di medicina e di prevenzione personalizzata. Basta fare tesoro delle differenze di rischi, evitando messaggi e regole uguali per tutti. Perché non siamo tutti uguali e non siamo tutti sulla stessa barca.”L’articolo completo al link
https://www.ilfattoquotidiano.it/…/siamo-tutti…/6438823/Visita il Centro informazioni sul COVID-19 per risorse sui vaccini.Ottieni informazioni sui vaccini
29 dicembre 2021