«Serenità ed equilibrio» Siamo lieti di condividere le parole pronunciate dal professor Francesco Vaia Direttore Spallanzani, ospite di una trasmissione televisiva. E facciamo nostro il suo appello: “abbiamo bisogno di serenità ed equilibrio, non di spaventare le persone”. Ci auguriamo le apprezziate quanto le abbiamo apprezzate noi. La redazione della pagina GocciaAGoccia“

(nell’immagine: particolare da “Tuttomondo” di Keith Haring)
Con l’arrivo dei vaccini, lo scenario dello scorso anno appartiene a un’altra era geologica, perché essi ci hanno consentito con efficacia di evitare la malattia grave, mentre è del tutto falso dire che i vaccini proteggano dal contagio. Sulla Omicron, che sarà predominante, non dobbiamo avere proiezione o addirittura auspici – perché c’è chi lo auspica – catastrofisti.
Allo Spallanzani abbiamo osservato ad oggi 8 casi Omicron, 7 asintomatici, uno, leggermente sintomatico e con elementi di fragilità, è stato curato tempestivamente con anticorpi monoclonali e si è negativizzato in pochi giorni. Certo, se i vaccini a disposizione non sono “aggiornati” e proteggono soltanto dalle varianti “vecchie”, non basteranno. Avremo bisogno di un vaccino aggiornato, e se la variante Omicron avrà, come crediamo e come succede per altre patologie respiratorie, un andamento stagionale, basterà un richiamo all’anno come accade per l’influenza, da somministrare con priorità ad over 60 e fragili: inutile insistere con quarta quinta sesta dose.
Non mi piacciono né i no vax né i fanatici del vaccinismo, non mi piacciono le contrapposizioni e le esagerazioni. Abbiamo due strumenti, vaccini e terapie, che non sono alternativi ma si integrano, perché il vaccino si è dimostrato strumento importante ma dietro l’angolo io vedo già che, come sempre è accaduto in tutte le epidemie, quando si arriva alla terapia stiamo per arrivare all’uscita dalla pandemia, anche se i contagi aumentano.
Rispetto all’inverno scorso, che è l’unico paramento serio di confronto, noi siamo in due mondi diversi. Per me questa litania quotidiana del bollettino è da eliminarsi assolutamente. Non serve a nulla, tranne che a spaventare le persone. Quello che dobbiamo osservare sempre di più sono le ospedalizzazioni, in particolare quelle con degenza per malattia grave. Dobbiamo dirlo, noi abbiamo altri strumenti. Abbiamo le cure, abbiamo i monoclonali. Nel Lazio abbiamo messo in campo una task force coordinata da noi con il Policlinico di Tor Vergata per portare a casa le terapie ospedaliere. In questo periodo il numero eccessivo di ospedalizzazioni è stato determinato anche da un eccesso di protezione sulla persona da parte della struttura ospedaliera, e dall’altro da una incapacità del territorio di tenere dentro sé il paziente e curarlo a casa e questo è un altro grande elemento di riflessione. Bisogna cominciare a discuterne: se le persone si possono guarire a casa, potremo consentire agli ospedali di curare le altre patologie”.
22 dicembre 2021