Io, nonno e pediatra, non ho paura di abbracciare mio nipote non vaccinato

Di Maurizio Matteoli

Oggi ho letto il titolo dell’intervista del Mattino a Remuzzi “A Natale attenti ai bimbi” e ho deciso che è giunta l’ora di mostrare in maniera pubblica ed esplicita la mia “contrarietà” a questo tipo di narrazione che viene diffusa sempre di più nella popolazione.

Lo constato anche personalmente perché io, nonno, ho amici della mia stessa età e condizione, impauriti e timorosi di incontrare i propri nipoti, che con grandi sforzi, cerco, spesso inutilmente, di convincere a non negarsi questa gioia. I bambini non sono “maligni amplificatori biologici” come è stato affermato. Ci sono studi che dimostrano il contrario* e comunque continuare ad additarli come i responsabili, insieme ai non vaccinati (rifiuto il termine novax), del motivo per cui il virus non è ancora scomparso è falso e pericoloso.

E non dimentichiamo i danni che già ha subito, in termini sociali e psicologici, questa fascia di età che io considero quella più colpita dal virus perché per un periodo molto, troppo lungo, ha vissuto senza scuola e senza sport, privata quindi di quei rapporti sociali fondamentali per crescere.

E poi mi chiedo: che cavolo ci siamo vaccinati a fare se poi dobbiamo aver paura del virus come e più di prima?

Sul serio è stato deciso che da questa “emergenza” non dobbiamo più uscire? Perché è chiaro che andando avanti così, questa è la fine che faremo, ineluttabilmente.Io continuerò a frequentare i miei tre nipoti di 5 e 6 anni e a godere della gioia di giocare assieme e di essere abbracciato “stretto” come loro sanno fare. Mi sono vaccinato anche per questo.

Provo compassione per coloro che non se lo concedono perché troppo impauriti, ma non è colpa loro. La rabbia la rivolgo a quelli che, non so se consapevolmente, stanno cambiando la nostra società, trasformandoci in individui che hanno paura dello stare insieme e del “vivere”.

Ora basta!

#SmarProVax

* https://www.cmaj.ca/content/193/17/E601