I dubbi sulla vaccinazione di massa per i bambini sani

Di Maurizio Matteoli, pediatra, Sara Gandini, epidemiologa/biostatistica

In relazione alla decisione di AIFA riguardo alla vaccinazione per i bambini di 5/11 anni è opportuno fare il punto della situazione.

La Società Francese di Pediatria, (1) congiuntamente alla Società Francese di Patologia Infettiva, al Consiglio Nazionale Professionale di Pediatria, al Gruppo di Patologia Infettiva Pediatrica e all’ Associazione Francese di pediatria Ambulatoriale, ha emesso, il 15 novembre, un comunicato stampa dal titolo “La vaccinazione contro il Covid-19 dei bambini al disotto dei 12 anni non è attualmente urgente in Francia”. Dopo una disamina degli studi sui vaccini Pfizer e Moderna e della situazione epidemica in Francia e negli Stati Uniti, il documento parla di un beneficio individuale molto modesto per i bambini francesi, un beneficio individuale “sociale” molto inferiore per gli scolari francesi rispetto a quelli americani, un beneficio collettivo meno marcato per i bambini rispetto agli adolescenti. Ipotizza che si debbano valutare i possibili maggiori benefici di una immunità naturale acquisita dopo il contagio, rispetto ad una immunità indotta dal vaccino e consiglia di attendere un maggior numero di dati provenienti da quei paesi nei quali la vaccinazione è già iniziata. Nel caso che venisse comunque presa la decisione di vaccinare i bambini, consiglia di eseguire test sierologici prima della vaccinazione per evitare di somministrare il vaccino a soggetti già immuni. I pediatri francesi concludono così il loro comunicato: ”Come è stato fatto fin dall’inizio di questa crisi sanitaria, crediamo sia importante non rivolgersi al bersaglio sbagliato: i bambini piccoli, anche in Francia, sono meno infetti e meno contagiosi del resto della popolazione. Gli adulti (soprattutto i genitori e i nonni di bambini piccoli) devono essere incoraggiati a proteggersi dalle forme gravi di Covid-19 facendosi vaccinare. Come adulti responsabili proteggeranno gli under 12 che potranno tornare alla loro vita da bambini e frequentare la scuola, le attività extrascolastiche e gli amici senza restrizioni.”

La Società Tedesca di Pediatria, (2) congiuntamente alla Società Tedesca di Infettivologia Pediatrica e all ‘Associazione Professionale dei Pediatri, dieci giorni dopo, e cioè il 25 novembre, ha emesso un comunicato stampa con cui si rallegra dell’autorizzazione di Ema per i bambini di 5/11 anni, ma allo stesso tempo ricorda che il tasso di malattia grave è minimo in questa fascia di età e che il tasso di trasmissione del virus è molto più basso rispetto agli adulti e che, infine, il rapporto rischio/beneficio deve essere esaminato con particolare attenzione quando si vaccinano i bambini piccoli perché non è così scontato come quando si vaccinano gli adulti. Auspica pertanto che la raccomandazione a vaccinarsi debba riguardare, per il momento, soltanto i bambini con malattie croniche o rischi speciali, rimandando la raccomandazione per la vaccinazione dei bambini sani solo quando sarà disponibile un maggior numero di dati per valutarne correttamente i rischi. Infine ribadisce che la via di uscita dalla pandemia, anche per i bambini e gli adolescenti, è rappresentata dalla vaccinazione degli adulti.

Il Gruppo Tecnico Scientifico Covid-19 dello Spallanzani, (3) diretto dal prof. Vaia, il 18 novembre ha pubblicato una nota stampa sulla pagina FB dell’Istituto nella quale afferma: “Va evidenziato che l’incidenza di ricoveri nei casi pediatrici rimane estremamente bassa, mentre non sono disponibili dati sul “long-covid” in questa popolazione. La valutazione di programmi generalizzati di vaccinazione nella popolazione pediatrica sana al di sotto dei 12 anni deve tener conto di molteplici fattori, in termini di benefici e rischi, sia di carattere individuale (rischio di malattia/rischio di reazione avversa) che di popolazione (contributo al controllo della circolazione dell’infezione, copertura vaccinale e protezione dei soggetti più fragili). E’ chiara la necessità di avere maggiori dati soprattutto sulle eventuali conseguenze a lungo termine della infezione da SARS-CoV-2 in questa popolazione”.
Anche l’HAS (Haute Autorité de Santé) (4), equivalente francese di AIFA, facendo proprie le considerazioni della Società Francese di Pediatria ha autorizzato l’uso del vaccino Pfizer ma ne ha raccomandato l’uso per i bambini di 5/11 anni che presentano patologie preesistenti e che sono a rischio di forme gravi di Covid-19 e di decesso.

Concludiamo che il nostro definirci #SmarProVax (5) è in linea con queste società scientifiche e invita ad affrontare la pandemia mantenendo la complessità ed evitando schieramenti, banalizzazioni e messaggi uguali per tutti.

1) https://afpa.org/2021/11/15/la-vaccination-contre-le-covid-des-enfants-ages-de-moins-de-12-ans-nest-pas-urgente-en-france-a-ce-jour/

2) https://www.bvkj.de/politik-und-presse/nachrichten/193-2021-11-25-sars-co-v-2-impfung-bei-5-bis-11-j aehrigenkindern?fbclid=IwAR1sbf1kB88owyy0gCxH6NR8srnNGRoW2iQw32MyDFF6mdyvmrre-8KgTGU

3) https://www.facebook.com/francescovaiadirettore/photos/a.112675444268363/234651215404118/

4) https://www.has-sante.fr/jcms/p_3302411/fr/covid-19-la-has-recommande-la-vaccination-des-enfants-fragiles

5) https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/22/ho-fondato-lhashtag-smartprovax-stanchi-dello-scontro-vogliamo-ragionamenti-costruttivi/6398019/

Grazie a Il Fatto Quotidiano per avere pubblicato il nostro pezzo.

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