Protocollo per la scuola: quarantena solo per i positivi

Di Martina Leonardi della Rete Nazionale Scuola in Presenza

La Rete Nazionale Scuola in Presenza ha inviato, in data 10 novembre, una lettera al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, ai Ministri dell’Istruzione e della Salute, all’Istituto Superiore di Sanità, alla Conferenza Stato-Regioni, al Garante della Privacy e al Garante per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in merito al nuovo protocollo per la gestione dei casi Covid-19 in ambito scolastico.

Seppure si riscontrino, da parte della Rete Nazionale SIP, dei miglioramenti nel protocollo, in quanto la quarantena della classe non è prevista dopo il primo caso indice e ci si trovi finalmente in presenza di un protocollo unico a livello nazionale, riteniamo inaccettabile, per mancanza di basi scientifiche, la discriminazione tra vaccinati e non vaccinati in presenza di un secondo caso positivo.Il protocollo, infatti, prevede un tampone a T0 e, in caso di riscontro di caso secondario, quarantena solo per i non vaccinati. La quarantena verrà estesa ai vaccinati solo in caso di evidenza di un terzo caso positivo.Come riportato nella lettera, ECDC sottoscrive una cosa ben diversa: va garantita la presenza in classe di tutti e senza distinzione (tra vaccinati e non/tra studenti e docenti o personale Ata) e sono sufficienti un tampone negativo e l’assenza di sintomi, tenendo conto che dai 6 anni in su, tutti (vaccinati e non) hanno obbligo di mascherina e distanziamento in classe; quindi si può parlare a tutti gli effetti di contatti a basso rischio.

Proprio per questo ECDC non differenzia le categorie che frequentano la scuola: in sintesi, per ECDC chi ha un tampone positivo sta a casa, chi è negativo va a scuola in presenza.Questa “fantasiosa” soluzione del protocollo di tracciamento scolastico italiano pone inoltre dei problemi di tipo giuridico legati alla privacy: non viene tutelata in alcun modo (al secondo positivo sarebbe evidente chi è vaccinato e chi no); questione questa che era già stata sollevata dal Garante Privacy.Far venire a conoscenza una classe di un dato sanitario così sensibile, soprattutto in questo momento storico, per lo più trattandosi di un minore, potrebbe innescare meccanismi e dinamiche pericolose di bullismo ed esclusione.Tale situazione non può essere accettata all’interno della Scuola, istituzione che si basa sul principio pedagogico dell’inclusione e che dovrebbe essere il luogo dove si gettano semi di democrazia e uguaglianza.

La Rete Nazionale Scuola in Presenza, quindi, ha proposto al Governo di non disporre quarantene per tutti gli alunni negativi ai tamponi a T0 e a T5, siano questi vaccinati o meno, e, al limite, di predisporre la quarantena per tutti solo al terzo caso positivo, in modo da garantire sia la presenza che la privacy degli studenti.Non ci stanchiamo di ripetere che l’isolamento ha causato gravi danni non solo a livello didattico ma anche cognitivo e sociale in bambine, bambini, ragazzi e ragazze; danni che sono ben più gravi di quelli causati ad essi dalla malattia da Covid-Sars-19 (Fonte OCSE).Come Rete Nazionale Scuola in Presenza continueremo a lavorare al fine di garantire a tutti la presenza a scuola ma anche un graduale ritorno alla normalità, che sta avvenendo quasi ovunque ma che fatica ad avvenire a Scuola.

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12 novembre 2021 Goccia a Goccia/fb