La carica degli anticorpi

Di Maria Luisa Iannuzzo, medico legale

In Italia ci sono migliaia di soggetti che rientrano nella definizione di casi probabili di infezione da Sars-cov2 (criteri clinici ed epidemiologici).
Se venissero conteggiati si avrebbe un numero di contagi, guariti e immuni decisamente superiore a quello indicato e, forse, il numero di soggetti che necessiterebbero di una sola dose di vaccino sarebbe maggiore di quello indicato e, per buona pace dei fan del green pass, anche il numero di greenpassabili sarebbe decisamente maggiore di quello indicato.

Con la Circolare 705 del 08 gennaio 2021 il Ministero della Salute, in merito alla definizione di caso covid 19, specifica:-B caso probabile: una persona che soddisfi i criteri clinici con un link epidemiologicolink epidemiologico: contatto stretto con un caso confermato Covid-19 oppure essere residente, operatore in contesti sanitari e socio assistenziali/socio sanitari in cui vi sia trasmissione di Sars-Cov2In un paziente che soddisfa i criteri richiesti per la definizione di Covid probabile (è sufficiente il criterio epidemiologico) un sierologico positivo è il dato che ci permette, a posteriori, non solo di individuare soggetti che si sono contagiati ma anche di inquadrare cronologicamente la positività del paziente e, di conseguenza, la sua guarigione.

Un contatto stretto, asintomatico o sintomatico, mai sottoposto a tampone (non c’è obbligo di tampone per i contatti stretti), che ha un sierologico positivo è un paziente che molto probabilmente ha contratto l’infezione contestualmente al caso positivo di cui è stato contatto stretto.“…I sintomi possono essere manifestazioni comuni ad altre patologie…Questa diagnosi potrà, inoltre, essere maggiormente supportata se il paziente riferisce di avere avuto contatto, in famiglia o altrove con casi simili. Se il paziente viene visitato durante una epidemia influenzale è ancora più probabile che l’origine della malattia sia di natura virale e che la diagnosi potrà essere ulteriormente confermata… Una diagnosi definitiva di sindrome influenzale richiede l’isolamento del microrganismo responsabile o l’accertamento sierologico di un aumento degli anticorpi specifici…”

Nel libro “Medicina clinica per il medico pratico” il Professor Hurst, già a metà degli anni ‘80, dava la definizione di malattia influenzale possibile, probabile e confermata.Lo stesso ECDC nelle varie pubblicazioni riporta che un test anticorpale positivo indica se la persona è stata infettata da SARS-CoV-2. La Circolare 16106 del 09 maggio 2020 del Ministero della Salute afferma che la sierologia può evidenziare l’avvenuta esposizione al virus. Il Gruppo permanente sull’infezione da SARS-Cov2 del Consiglio Superiore di Sanità, con nota protocollo n° 477-03/03/2021, dichiara che è possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino anti-SARS-CoV2/COVID-19 nei soggetti con pregressa infezione da SARS-CoV2 (decorsa in maniera sintomatica o asintomatica).

In assenza di evidenza di positività al tampone, si raccomanda che l’informazione anamnestica relativa a una pregressa infezione venga raccolta nel modo più completo e dettagliato possibile. Per l’OMS l’esecuzione di test sierologici volti a individuare la positività anticorpale nei confronti del virus o di altro tipo di test, non è raccomandata ai fini del processo decisionale vaccinale. E’ l’ennesimo paradosso. Ma, a differenza dei paradossi dei dati e dei numeri, questo è il paradosso della medicina, della clinica e della semeiotica. Cosa gravissima in un’emergenza sanitaria. Perché di emergenza sanitaria si tratta. O no?https://www.thelancet.com/…/PIIS2352-3964(20…/fulltexthttps://jamanetwork.com/…/jamanetwo…/fullarticle/2781622https://www.nature.com/articles/s41467-021-24622-7https://doi.org/10.36170/COVIDCONT620

7 settembre 2021 sulla pagina Goccia a Goccia/fb