Meglio tu di me

Riceviamo e volentieri pubblichiamo sulla pagina una mail che ci arriva dal dottor Vittorio Corsetti. Una lettera garbata di un professionista che lancia un appello a considerare con estrema attenzione l’opportunità della vaccinazione pediatrica universale. Crediamo che i toni usati non possano prestare il fianco ad attacchi di sorta: si tratta di una persona vaccinata, con una moglie vaccinata e una figlia 18enne disabile vaccinata, che tentenna, forte delle sue conoscenze in campo medico, di fronte alla scelta se vaccinare o meno il figlio 13enne.

È con amarezza che constatiamo quanto non ci sia assolutamente spazio per un dibattito pacato sulla questione, e che mediaticamente un pensiero del genere sarebbe sbrigativamente e senza possibilità di appello bollato come no-vax: ci chiediamo quanto questo possa fare bene alla ricerca di un equilibrio che tenga conto, come spesso accade, o dovrebbe accadere, in medicina, delle variabili, anche individuali e personalissime, delle storie dei singoli, della necessaria raccolta di evidenze che consentano una scelta realmente libera e consapevole, sia da parte del medico che da parte del cittadino.Ecco la mail che esprime un livello di umanità e serietà che raramente si trova anche in ambito scientifico.
La mail contiene anche una proposta concreta, molto coraggiosa e commovente.

“Buongiorno Sara,sono Vittorio Corsetti.
Forse ti ricorderai di me perchè ti invitai alcuni anni fa per un intervento sull’epidemiologia dei tumori cutanei a Desenzano del Garda…Mi scuso innanzitutto per l’utilizzo di questo indirizzo mail, non so quanto appropriato, ma avevo proprio desiderio di parlarti e non ne avevo altri.Seguo con interesse il tuo blog su Il Fatto quotidiano, ed ho molto apprezzato i tuoi/vostri interventi recenti in merito ai dubbi sull’opportunità della vaccinazione a tappeto sui ragazzi <18 anni.Premetto che sono convintamente vaccinato e ho collaborato fino a luglio con la campagna di vaccinazione, quindi nessuna ambiguità. Però questo non mi impedisce di restare critico su alcune scelte, e quella sui ragazzi mi pare proprio moolto discutibile. Per quanto mi riguarda, ho una moglie vaccinata e una figlia di 18 anni disabile con una cardiopatia congenita vaccinata.
Ho però anche un figlio di 13 anni (oltre ad una di 9) sano, che non ho ancora vaccinato, nè per il momento ho intenzione di farlo; le evidenze che il vostro e tanti altri gruppi hanno evidenziato non mostrano un sufficiente beneficio in rapporto ai rischi, nè una ragionevole speranza di efficacia sulla riduzione dei contagi.
I dati mi sembrano convincenti, e ti ringrazio per la passione con cui ti batti, in nome della scienza, per dirlo, così come hai fatto pubblicando quel bellissimo contributo sull’impatto (scarsissimo) delle scuole sui contagi. Ho 3 figli in DAD, di cui una appunto con particolari difficoltà, quindi so bene cosa c’è in gioco.Oggi ho letto l’editoriale del 16 giugno sul BMJ, che sicuro conosci ma che ti allego lo stesso, e mi sono detto che… ha a che fare con quanto detto sinora.
Ho pensato che ci vorrebbe qualcuno (o qualche gruppo di pressione, o qualcuno capace di comunicarlo…) che ha il coraggio di dire che vaccinare i ragazzi 12-17 anni oggi contribuisce solo ad aumentare il nostro sfacciato egoismo nei confronti del mondo, che muore di COVID perchè non può vaccinarsi.Ma soprattutto ho pensato che ci vorrebbe qualcuno che ha la forza di iniziare una campagna mediatica dal titolo: “Meglio tu di me” (o qualcosa del genere), in cui mio figlio Mattia, insieme a centomila altri, scrive al nostro Ministro della Salute e al CTS dicendo: regalate le mie due dosi a COVAX, ci rinuncio volentieri, loro ne hanno più bisogno di me.
Credi che sia possibile, in qualche modo?
Grazie di tutto quello che fai e che farai, insieme ad altri, per mantenere il cervello vigile e difendere la scienza quella vera.
Vittorio
https://www.bmj.com/content/374/bmj.n2027

2 settembre 2021 su Goccia a goccia